Un Catania in agguato tra l’erba alta

0

I rossazzurri concedono, ma vincono. Serve coesione, coraggio e concretezza sotto porta, così da chiuderla anzitempo. Si fanno troppi gli infortunati. Licata – Catania 1-2.

Catania ancora “Work in Progress” riesce ad avere la meglio nei confronti di un buon Licata, sempre corto tra i reparti e ordinato in mezzo al campo.

Ottima la prova della difesa etnea, orchestrata a dovere dal duo Castellini – Lorenzini, a meno di qualche irrilevante sbavatura. Da rivedere il giovane Lubishtani, troppo disorientato nell’out di sinistra. Anche Rapisarda disputa una buona partita, ma risulta poco disattento al 95′ in occasione del gol di Ouattara che accorcia le distanze.

A centrocampo non ci siamo completamente. Serve ancora parecchio lavoro prima di raggiungere un livello di intesa accettabile. Manca la corsa perché siamo ancora alle prime tre partite di campionato, mancano le marcature preventive e si sbagliano gli interventi sulle seconde palle, così come i fraseggi. Solo un po’ di esperienza e il gol della giornata di Rizzo evitano a Frisenna e a compagni di avere la meglio. Inconsistente Buffa, a vuoto Palermo.

E l’attacco? Abbiamo comunque segnato due gol. Sei reti in tre partite, di cui due fuori casa. È giusto ricordarlo.

Ma qualcuno dirà:”Sì, ma il Catania ha una rosa troppo ampia per vincere di misura”. Logicamente, è vero. Praticamente, la situazione è molto diversa. Manca l’intesa fra i compagni e molti interpreti lì davanti non sono nemmeno al top della loro condizione.

Dobbiamo attendere che il lavoro porti i frutti sperati, regalandoci anche delle vittorie, sì sofferte, ma contraddistinte dalla fame agonistica di ottenere, a tutti i costi, i tre punti.

Le critiche a Ferraro (e alla squadra)

Riteniamo la critica una delle forme più pure di democrazia, fintantoché rimanga all’interno del concetto di onestà intellettuale. Se contaminate da interessi economici, simpatie personali, ignoranza sull’argomento e poco equilibrio rischia di diventare l’arma migliore del qualunquismo, andando a catalogarsi come disonestà intellettuale o, in alcuni casi, “comportamento da gregge”.

Tutto questo non può che creare un pericoloso effetto domino (o effetto a catena) che si puó propagare a macchia d’olio all’interno della comunità calcistica catanese, andando a distruggere quanto di buono è stato ricreato con quel “Melior de cinere surgo”: l’entusiasmo.

Non fosse altro che, come precisato appena sopra, ci sono parecchi alibi da riconoscere: ragazzi di giovane età da “svezzare”, molte partite in pochi giorni, una condizione fisica un pelino indietro e tanti…troppi infortuni.

Ebbene, su questo bisogna soffermarsi. Un Catania con parecchi deficit riesce comunque a vincere. Non c’è il bel gioco? Sicuramente, ma quello che ci deve fare ben sperare è il grande cuore che riesce a mettere questa squadra in campo, segno che la direzione è esattamente quella sperata.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.