Sorrento – Catania era la partita dei mille punti interrogativi, agli albori di questo campionato di serie C 24/25. Si rivela, invece, un buon punto, sia come risultato che come partenza.
Troppe chiacchiere, troppe passerelle e vetrine opache dove apporre la propria mercanzia alla ricerca di una verità troppo personale per definirsi universale. Il campo ha sempre l’ultima parola e sa come confutare iperboliche tesi da Dottor Jekyll e Mister Hyde o tappare bocche sproloquianti da “venghino, signori venghino che qui c’è il vino buono”.
Inutile negare che il cuscino ed il materasso di Toscano non siano comodissimi, ma il Catania visto a Potenza ha dato, nel complesso, sensazioni positive, diametralmente opposte alle aspettative di molti.
Una squadra già abbastanza quadrata, che concede poco e riparte con ordine. Certo, è troppo presto per esaltarsi o sprofondare nel pessimismo cosmico, ma si vede già la mano dell’allenatore.
Punti fermi
È piaciuto particolarmente il reparto arretrato, con le due colonne d’Ercole Ierardi e Di Gennaro capaci di neutralizzare l’attacco sorrentino con chiusure puntuali, marcature strette e senso della posizione da altra categoria. Ragioniamo sempre col senno di poi, ma sembrano loro le prime certezze di questo Catania targato Toscano.
Con Verna, faro del centrocampo, possiamo finalmente rompere il digiuno di geometrie in mezzo al campo, durato un anno calcistico. C’è da capire se il compagno ideale possa essere Sturaro o Di Tacchio. Su questo punto, abbiamo ancora qualche dubbio e vorremmo rivederli in seguito.
Piace la mentalità non attendista, decisamente diversa rispetto a quella dell’anno scorso. Il Catania ha ritmo e fisicamente ha retto per tutto il match, salvo qualche frangente.
Non c’è bisogno di dire che, partite così rognose come quella di ieri, l’anno scorso le avremmo perse.
Prospettive
Con il presunto arrivo di Montalto, Jimenez e, voce delle ultime ore, Curcio ci sentiremo parecchio più tranquilli. Da capire cosa se ne farà di gente come Monaco, Celli, Cianci, Chiricó e Di Carmine.
Bisogna capire anche come rimpolpare la rosa di ottimi elementi in alternativa ai “presunti titolari”. In un campionato così ostico come la serie C non possono bastare 11 elementi di buono spessore. Mancano le alternative in difesa, un terzino sinistro di gamba, un’alternativa a Verna come metodista e l’attacco, come affermato poc’anzi.
Ma non ci fasciamo, di certo, la testa. In questo momento nessuna squadra è al completo e tutti stanno alla finestra aspettando il momento opportuno per sferrare l’ultimo colpaccio di mercato. Basta solo saper aspettare…
Pietro Santonocito