Catania – Picerno 0-0. Stavolta non è andata così bene come un po’ tutti noi pregustavamo. Non solo per la forza dell’avversario, ma principalmente per via di cervellotiche decisioni arbitrali e un po’ di incomprensioni fra gli interpreti.
Lungi da noi avanzare delle critiche al buon lavoro svolto sino ad ora. Sarebbe controproducente e disgregante, oltre che tedioso. C’è il lavoro, c’è la voglia di fare, c’è il sudore e l’unità di intenti, anche se è ancora presto dirlo.
Possiamo, invece, sottolineare, con fare molto tranquillo e bensperante, che ai rossazzurri è mancato solo il gol.
Ma è il “come” il vero dilemma. Forse, un po’ troppa foga e la voglia di sbloccare subito il match ha conferito ai giocatori etnei un po’ di imprecisione sotto porta. Con un pizzico di freddezza in più, sempre col “forse” di chi parla col “senno di poi”, qualche pallone ghiotto arrivato in area poteva tramutarsi in gol, neutralizzando gli effetti deleteri che hanno avuto gli errori dell’arbitro.
Inoltre, la partita degli esperimenti di Toscano non ha sortito in pieno i frutti sperati. Questo perché, inserire contemporaneamente Montalto, Verna, De Rose, D’Andrea, Anastasio e Sturaro ha un po’ slegato i reparti, dal punto di vista del “ritrovarsi”. È giusto provare tante soluzioni, proprio perché siamo agli inizi, ma è altrettanto giusto trovare un undici titolare che ti possa dare delle garanzie, piuttosto che mettere in campo tanta gente nuova con la quale si è lavorato poco. Meglio inserirli, ad uno ad uno e non tutti assieme.
Fatta questa nota a margine, è doveroso parlare dell’arbitro Mattia Ubaldi della sezione di Roma 1. Una conduzione di gara molto altalenante, tra momenti di lucidità e attimi di panico, laddove prendere una decisione importante sembrava un macigno troppo grande. Come ad esempio in occasione del fallo di mani del difensore rossoblú Guerra su colpo di testa di Guglielmotti: un rigore colossale non dato. Un arbitraggio decisamente penalizzante nei confronti del Catania che si è visto negati almeno una decina di punizioni a favore al limite d’area.
Sarebbe il caso che la società si facesse sentire, in quanto è già il secondo arbitraggio scadente rimediato in quattro partite. Perché, alcune volte, si può vincere anche con gli episodi e a noi non stanno girando proprio a favore in questo inizio di campionato.
Per il resto, c’è solo da aspettare. Il Catania è un ottima squadra, composta da gente valida per disputare un campionato di vertice. Serve solo raggiungere l’assetto migliore, composto da un undici “tipo”, con solide alternative pronte a cambiare le sorti del match.
Due punti persi? Ad oggi, uno guadagnato. Contro un avversario che si conosce a memoria, più organizzato di te, impossibile dire altrimenti. Come “cantiere aperto”, siamo pieni di soluzioni, in attesa che Roberto Inglese diventi il risolutore di queste “partite maledette”.
Godiamoci il momento, fratelli rossazzurri. Partite come queste, l’anno scorso le avremmo perse, magari rimediando anche alcuni pali.
Quest’anno…i pali li prendono gli altri. E va bene così!
Pietro Santonocito