Festival degli orrori in quel di Teramo. Due formazioni che hanno dato vita al “chi la fa più grossa”. Uno scempio da fare accapponare la pelle. Pareggio, in fin dei conti, risultato giusto. Monterosi Tuscia – Catania 1-1: l’unico flop è il PROGETTO!
Pareggio fra due compagini davvero imbarazzanti per la mole di errori commessi. Rossazzurri senza carattere, incapace di mantenere lontano il pallone dalla propria area di rigore negli ultimi minuti di gara. Molti i “no-sense” di questa partita e le domande si inseguono senza ottenere risposte.
Top? Ma fateci il piacere…
Ma cosa dovremmo salvare di una partita come questa? È davvero imbarazzante andare ad analizzare gli aspetti tecnici o tattici di questo match. Qualcuno ci spieghi perché ogni contrasto è un infortunio, perché se ti alleni seriamente non ti fai male ad ogni piccolo scontro. Dalla tre-quarti in poi è solo “improvvisazione”. Un “fate bene fratelli” che rischia di risultare persino offensivo…per le comunità calcistiche oratoriali.
Flop
Il PROGETTO. Su quali basi si pone questo fantomatico progetto? Sui 589 infortuni o sulla copiosa figuraccia da un punto di vista fisico, psichico e caratteriale di questa sera? Dateci un punto di partenza mediante il quale poter sperare in una ripresa, in un virgulto “da Catania”.
Non vediamo nessuno “in mood Catania”. Nessuno in grado di poter incarnare il nostro spirito, carattere, orgoglio. Nemmeno tra quei “pezzi da 90” pagati fior di quattrini.
Di fronte a così poca “sostanza agonistica” vengono meno qualsiasi altri giudizi sul passaggio sbagliato o sul tocchettino davanti l’area di rigore da puri narcisisti. Mancano gli elementi chiave per analizzare uno scempio di cotanta, smisurata, nefandezza. Avremmo voluto parlare di queste “piccole” brutture, sia chiaro. Purtroppo, ad oggi, vista l’agghiacciante prestazione, non sarebbe costruttivo.
Sarebbe più costruttivo farsi da parte, piuttosto che rammentare puntualmente, ogni santa partita, che molti giocatori hanno iniziato la preparazione troppo tardi. Sarebbe la chiara dimostrazione di possedere quel quintale di attributi che mancano per essere semplicemente definibili “una squadra”.
