Analisi scevra di punti di vista sulla gestione Pelligra – Grella dalla fondazione del nuovo Catania FC. Progetto tecnico, infrastrutture e comunicazione al dettaglio.
In questo articolo analizzeremo i punti focali della gestione Pelligra – Grella, negli aspetti più reali che personali. Infatti, non scenderemo nelle opinioni personali, né di chi scrive, né delle parti strettamente correlate, al fine di mantenere contatto diretto con i fatti.
Innanzitutto, è fuor di dubbio che la proprietà fondatrice – in seno al presidente Rosario Pelligra – abbia confermato con la pecunia l’interesse sul Calcio a Catania, in egual misura per quanto concerne gli aspetti legati al “campo” e quelli “fuori dal campo”. Una vera e propria passione che si è tramutata in moneta di scambio tra tifosi e società, oltre alla vera e propria accezione economica del termine.
Va dato atto alla proprietà di aver rispettato le promesse iniziali, sia in termini economici che sportivi. D’altro canto, così come grandi erano le aspettative verso la società, anche i tifosi hanno risposto “presente” alla chiamata della proprietà Pelligra, sottoscrivendo ben 11.427 abbonamenti nella stagione di serie D 2022-23 e ben 13.801 nella stagione in corso di serie C 2023-24. Numeri importanti anche per una squadra di serie A.
I risultati
La riconoscenza è d’obbligo e l’obiettivo primario del ritorno tra i professionisti al primo anno di esistenza della nuova società, è stato centrato in pieno e con ampio margine. Una cavalcata – come recitava uno slogan commemorativo “Pattenu i cavaddi” citato dall’ex rossazzurro Giuseppe Rizzo sui social – che non ha mai concesso repliche, né discussioni. Campionato già archiviato a Marzo e sonni tranquilli per tutti.
Ciliegina sulla torta, la vittoria di martedì sera che ha assegnato al Catania il suo primo trofeo societario (relativo alla nuova società Catania FC), il secondo della sua storia, se consideriamo la Coppa delle Alpi ottenuta nel 1960 con due vittorie sul Friburgo (0-2 fuori casa e 7-2 in casa).
Inutile dire che vincere questa competizione, seppure di minore importanza a livello nazionale, rappresenta un unicum della storia calcistica catanese, nonostante le gloriose stagioni nella massima serie con posizionamenti di classifica tali da sfiorare l’Europa League. Le competizioni vinte rimangono negli annali, vengono annotate nell’albo e si vanno ad aggiungere al DNA di una società calcistica, insieme agli altri capitoli vincenti e le notazioni dolenti.
Il campionato in corso
D’altro canto, il cospicuo vantaggio di tempo racimolato durante la scorsa stagione – grazie all’anticipata vittoria del campionato dilettantistico – non si è tramutato in un vantaggio gestionale nella stagione in corso.
Sono arrivato grandi nomi per la terza categoria italiana, con le più grandi intenzioni e aspettative, ma con i risultati peggiori. Si sono seduti sulla panchina etnea ben tre allenatori (Luca Tabbiani, Cristiano Lucarelli e Michele Zeoli) e la figura del direttore sportivo – inizialmente occupata da Antonino Laneri – non è stata sostituita da nessun altro profilo divenendo, di fatti, un problema di organigramma sportivo.
Anche se è stato apprezzabile, da parte della società, inserire ben 13 giocatori nuovi nella finestra di calciomercato invernale, i risultati sono stati pessimi, riuscendo a centrare anche un altro unicum (stavolta negativo) per la storia etnea: 15 sconfitte in serie C. Superato il record negativo sottoscritto dai rossazzurri allenati da Bruno Pace nella serie C1 della stagione 1987/88, culminata con la salvezza ai play-out contro la Nocerina.
Nonostante l’epilogo di questa stagione sia tutto da scrivere ancora, non possiamo non evidenziare i fatti nella maniera più asettica possibile. L’obiettivo di campionato rimane sempre arrivare entro le prime tre classificate (parola di Vincent Grella), ma per raggiungerlo – anche se in maniera analoga e non letterale – è necessario conseguire la salvezza nella regular season e non mediante play-out. La sola partecipazione agli “spareggi salvezza” vanificherebbe la possibilità di partecipare agli “spareggi promozione”, che valgono la serie B.
La comunicazione
Allacciandoci a quest’ultimo tema, possiamo constatare quanto sia stata inefficace la comunicazione del vicepresidente ed amministratore delegato del Catania FC Vincenzo Grella. Nonostante siano comprensibili le ragioni che hanno portato a dire che bisogna guardare avanti (l’obiettivo conclamato per questa stagione è arrivare tra le prime tre posizioni), non possiamo fare altro che constatare l’effetto “cozzante” con le parole di mister Zeoli, lasciato troppo solo in un momento così delicato.
Forse, almeno a livello comunicativo e da quello che possiamo constatare dati alla mano, si poteva fare di più e meglio. Una critica legittima che vogliamo porre all’attenzione della società sulla base di situazioni di enorme difficoltà ben gestite dal tecnico etneo Michele Zeoli, capace di tirare fuori il meglio da una rosa di giocatori completamente distaccata dal progetto Catania.
I chiarimenti portano nella diritta via. Non serve farsi prendere né dall’orgoglio, né dallo sconforto. Serve potere di analisi e monitoraggio, al fine di intercettare i punti critici ove porre rimedio. Siamo sicuri che si potrà fare meglio in futuro.
Le infrastrutture sportive
Tarlo di Pelligra è la situazione centro sportivo e strutture annesse. L’ idea di base del presidente siculo-australiano è quella di mantenere un unico centro sportivo, possibilmente molto vicino allo stadio Angelo Massimino (o comunque ben collegato), dove sviluppare il progetto tecnico, altri progetti sportivi e altre forme di business strettamente correlate al “mondo Catania”. Più che idea, questa soluzione rappresenterebbe l’ideale.
Tuttavia, l’inesistenza di spazio edificabile nei pressi dello stadio ha portato Pelligra a guardare oltre, valutando i terreni di Nesima come unica soluzione disponibile.
Anche se l’idea di partenza verteva sulla creazione di almeno 12 campi da calcio regolamentari, purtroppo, non c’è la certezza di riuscire nell’intento, in quanto potrebbe non esserci area sufficiente. Sì valuta giorno dopo giorno, scontrandosi con i tempi della burocrazia italiana, davvero troppo tediosa quando c’è da concretizzare.
L’ultimo nodo da sciogliere rimane Torre del Grifo. Che farne? In linee generali possiamo affermare che la struttura non rientra nel progetto sportivo Catania che in mente il presidente rossazzurro. Si tratta di una struttura inguardabile da ogni punto di vista, lasciata in condizioni fatiscenti già da troppo tempo. Possiede un impianto elettrico classico, per nulla in linea con le normative odierne che implementano soluzioni decisamente più “green economy” come l’alimentazione a pannelli fotovoltaici e solari termici. Oltretutto, la sua locazione, a Pedara, la rende inappetibile al turismo e al business cittadino.
Se valutiamo anche l’ultima asta fissata per l’11 Aprile ci rendiamo conto dell’insoddisfazione generale che comporta questa acquisizione. Un prezzo base di 21.705.000 € con un prezzo minimo 16.278.750 € è davvero esagerato per una struttura che avrebbe bisogno di essere ristrutturata nella quasi totalità. Da questo punto di vista, la curatela fallimentare sta aiutando poco il Gruppo Pelligra a rilevare una struttura per niente idonea ad ospitare una società come il Catania e le sue relative ambizioni.
Per queste ragioni ci sentiamo di appoggiare le scelte del presidente Pelligra. La necessità di avere una struttura sportiva è all’apice delle sue preoccupazioni, ma i modi e i tempi adottati dalle istituzioni locali non collimano col suo pensiero.
Conclusioni
Attendiamo, innanzitutto, la partita di Francavilla per capire se la vittoria di Coppa ha portato dei benefici ai giocatori etnei. Ci sarà da soffrire, ma sarà l’ennesima prova del nove alla quale gli uomini di Zeoli saranno sottoposti. Per il momento, posticipiamo i giudizi a data futura. Serve la massima concentrazione per salvare la categoria (obiettivo play-off per il momento congelato).
Esiste un bene superiore che si chiama Catania. Tutti uniti per la stessa causa. Come sempre, come è giusto che sia.
Forza Catania, sempre e solo.