Incoerenza portami via…

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Siamo arrivati con poco fiato – anche noi, diremmo con un pizzico di sarcasmo di circostanza (non ce ne vogliate). Più che altro perché, di fiato, se n’è sprecato abbastanza, sia dentro che fuori dal campo. Da parte nostra e da parte vostra.

Gli obiettivi si tramutano in possibilità, per poi diventare speranze riposte nelle disfatte altrui. Che tristezza, sinceramente. Non credo che nessuno, ad inizio campionato, si immaginasse di arrivare sino in fondo a fare discorsi del tipo:”Speriamo che il Monterosi perda, che il Giugliano non si spartisca il biscotto, che la Turris ci faccia un favore, ecc.”. Discorsi da far accapponare la pelle.

Ma non perché, al primo anno di serie C di una neopromossa, di una società con soli due anni calcistici di esistenza, ciò non fosse quasi “normale”. Ci può stare un anno dove si sbaglia tutto e si continua a sbagliare in ottemperanza alle proprie ragioni personali, alacri e isterici virgulti dell’io più recondito da far imbestialire anche memorie di “lomonachiana” fatiscenza. No, assolutamente no, perché abbiamo il “respiro internazionale”, “la Coppa che ha le orecchie”… ma mangiamo avanzi di play-out con grande gusto, oltretutto.

Nemmeno perché non ci siano alibi dalla nostra parte. I famosi, quanto conclamati, “17, 27, 37 pali stagionali”, uniti agli innumerevoli torti arbitrali, di una selezione di arbitri sempre più inadatta e sempre più scadente per una categoria professionistica italiana. Non è per questo che ci manca il fiato. Ve ne abbiamo concessi a iosa.

Ci manca la ragione che sostiene la bocca e fa uscire le parole. Non fosse altro perché, se foste scarsi non sareste stati in grado di vincere la Coppa Italia di serie C. E su questo, pochi dubbi.

Non siamo nemmeno convinti della “scaciuni” (o alibi per i “nasi all’insu”) per la quale vi sentite “stanchi”. Non è possibile che, a distanza di 4 giorni (non 4 anni), sia i protagonisti della finale di Coppa (chi ha giocato) che i non protagonisti (chi non ha giocato o è subentrato per pochi minuti) non riescano più a reggere nemmeno 10 minuti al ritmo del, nientepopodimenoché, Real Virtus Francavilla! Non è possibile darsi una spiegazione, ma si può solo accettare quello che la real-tà impone, nonostante le “merengues” non giochino al Bernabeu ma alla Nuovarredo Arena di Francavilla Fontana.

Ma vi allenate? Fate ripetute, mille metri, potenziamento muscolare, scatti e velocità con o senza pallone, schemi difensivi, offensivi, calci piazzati, marcature, TIRI IN PORTA? Sì, perché per vincere devi fare goal e per fare goal devi-tirare-in-porta.

Suvvia, mettiamoci d’accordo, che a pensare male il passo è breve. E noi, che ci chiamiamo Catania, non possiamo permettercelo per ovvi motivi che non vi stiamo a raccontare e dai quali tentiamo di fuggire. Non ci resta altro che fare affidamento solo alla vostra INCOERENZA. Non vogliamo alludere a nessun tipo di insulto personale, ce ne guarderemmo bene. Non sia mai che qualcuno, in preda ad un’acuta forma di suscettibilità, lo vada a raccontare al papar… ehm… procuratore di circostanza. Non è nostra intenzione, non vi preoccupate.

Siete solo INCOERENTI. Perché, se foste stati scarsi, avremmo accettato con più solerzia i vostri limiti e vi avremmo sostenuti con più partecipazione. Poiché ci avete mostrato cosa siete capaci di fare, l’incoerenza è il marchio meno denigrante che possiamo affibbiarvi. Viceversa, dovremmo pensare al male e, come detto in precedenza, non siamo disposti a farlo.

Ma solo perché indossate la nostra maglia. Solo perché mancano tre partite alla fine della regular season e un derby da vincere – non pareggiare o perdere: VINCERE. In altri contesti, le vostre gesta attrarrebbero magneticamente tonnellate di appellativi di qualsivoglia nefandezza. Nemmeno ve lo immaginate.

Ma non siamo così, non noi. Il bene superiore è il nostro Catania, che vive sospeso alle vostre inadempienze. Ottenuta la salvezza della categoria, unico obiettivo alla vostra portata per voglia e rendimento dimostrato in tutto l’arco del campionato, sarà nostro piacere augurarvi tante fortune professionali, ma lontano da qui.

È bene che Grella impari a contare. Uno, due volte… alla terza già è troppo. Sbagliare è umano, perseverare è diabolico, ostinarsi è da presuntuosi. Ne abbiamo conosciuti di presuntuosi, talentuosi nel perverare nella forma più incallita della loro presunzione. Ci risparmi di assistere ai continui spappolamenti di fegato. Noi siamo il Catania Calcio, non la Mariglianese. Mettetevelo in testa.

Sempre e solo Forza Catania

Pietro Santonocito

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