Quattro archi per fare un’orchestra

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Uno psichedelico Catania riesce a farne quattro al fanalino di coda Brindisi. Che sia, finalmente, arrivata la svolta? Catania – Brindisi 4-0.

Catania – Brindisi 4-0. Tutto è bene quel che finisce bene. Forse anche troppo, considerata la modestia dell’avversario. Ma il cinismo chiede la parola e, di questi tempi, non consente troppi virtuosismi o giochi col passato.

I rossazzurri hanno vinto convincendo, il che è davvero inusuale. Abbiamo visto una squadra totalmente rivoluzionata, non solo dal punto di vista degli interpreti in campo, ma anche per l’atteggiamento, la tenuta “mentale”.

Perché, diciamocela tutta, la conduzione di gara di Luca Cerchi della sezione di Carbonia Iglesias (Sardegna) e dei suoi collaboratori ha fatto sbroccare tutti i 16.000 del Massimino…ma non gli uomini di Lucarelli. Una nota piacevole caratteriale che è spiccata più del risultato, perché inaspettata.

Anche il gol (regolare) non concesso è passato in secondo piano, dopo questa prestazione che ha fornito come risultato un 4-0 senza repliche. Qualche mese fa non sarebbe stato lo stesso: squadra nervosa, reparti lunghi e improvvise giocate dei singoli da fare gonfiare la carotide.

Sarà l’avvento dei nuovi a mettere un po’ di “pepe” ai “vecchi”…oppure semplicemente una rondine d’inverno. Non siamo certi di questo, ma la verità è insindacabile: gioca chi merita.

Abbiamo riscontrato l’applicazione di questo concetto, anticipato dal mister livornese nella conferenza pre-gara. Un’idea che sa di razionale, di schema su carta millimetrata, che nemmeno si addice all’estrosa verve di Cristiano. Altra contraddizione piacevole, di buon auspicio per conseguire quegli obiettivi di stagione che sono rimasti alla portata: raggiungere il miglior posizionamento play-off e vincere la Coppa Italia di serie C 2023-2024.

I nuovi arrivati

Probabilmente sono loro ad avere “stravolto gli schemi”, nell’accezione più positiva del termine. La manovra rossazzurra, farraginosa per via di schemi impossibili da oleare con nuovi interpreti, ha avuto un “senso”: la ricerca del compagno meglio piazzato per battere a rete.

In questa scena, il nuovo arrivato Peralta ha sicuramente recitato la migliore parte, garantendo qualità, quantità e connessione tra reparti. Ne ha usufruito un attacco non spuntato, ma prolifico più che mai. Perché, se fosse stato convalidato il primo gol (regolare) di Di Carmine… sarebbero stati cinque…

Se poi vogliamo analizzare ancora più in dettaglio, si può parlare anche di un Rocco Costantino, “bella storia”. Quando si parla di generosità al servizio degli altri, possiamo benissimo prendere lui come esempio. Tra pugni, pedate, sponde e movimenti da attaccante, ha disimpegnato di incombenze il suo compagno di reparto Di Carmine, che ringrazia alacremente.

I “vecchi” rinnovati

La diga è costruita. Prova eccelsa anche di Zammarini, capace di fornire assist e siglare un gol meritato per l’impegno profuso. Non che fosse comunque una novità, a dire il vero. Anche nei momenti bui, con molta probabilità è stato sempre il migliore dei suoi.

Su Di Carmine possiamo dire poco, in verità. Il valore del giocatore non si discute. Più che altro, a vederlo così “roboante” in zona gol ci viene più che un rimpianto: chissà in che posizione saremmo stati in classifica se lui avesse giocato dieci partite in più.

E poi c’è Chiarella… Un ragazzo fortemente voluto dalla società che ha fortemente voluto Catania. Ha trovato poco spazio in questo campionato, nonostante la tiratina di orecchie del mister in conferenza stampa gli abbia fatto un gran bene. Una freccia che ritrova la punta, da scoccare in momenti nevralgici di un altro torneo, come quello dei play-off.

Rondini d’inverno…leoni d’estate

Quanto detto, tuttavia, non deve confondere il tifoso. Di buoni propositi non si campa, come il recente passato professa. Olio di gomiti e lacci ben stretti è tutto quello che ci possiamo augurare in questo preciso momento.

Guai a balzare sul carro delle forti aspettative. Non fa bene, né a noi, né alla società, né ai ragazzi, compresi i nuovi. Serve compattezza, unione di intenti e conferme sul campo.

Testa bassa e pedalare, perché vestire la maglia del Catania… è un ONORE PER POCHI.

Pietro Santonocito

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