Messina-Catania: Derby di Ex e Frecciatine, ma parlerà il campo.

0

ME-CT

Pietro Lo Monaco, Christian Argurio e Alessandro Failla vs Franco Proto, Marcello Pitino e Giorgio Corona.

Rosario Bucolo, Giuseppe Fornito, Diogo Tavares, Maks Barisic e Demiro Pozzebon vs Gianluca Musacci, Giordano Maccarrone, Gianvito Plasmati, Gladestony da Silva e Valerio Anastasi. 

Settimana rovente per i sopracitati 16 protagonisti che hanno qualcosa da dire al Messina e viceversa nella line-up sopra elencata al Catania.

3 contro 3 Dal Punto di vista dirigenziale.

Lo Monaco con i suoi 2 campionati vinti prendendo il Messina fallito e lasciandolo in Lega Pro ma ai tifosi non è bastato e lo fischieranno a bordate, da ingrati, ma lui ha la coscienza apposto come giusto che sia; in quel periodo con lui anche Alessandro Failla, responsabile attuale del settore giovanile rossazzurro. Christian Argurio piu per motivi di sangue anche se per una stagione fu al San Filippo.

Franco Proto, è l’oggetto di discussione di questioni giorni: nuovo proprietario dei peloritani ed ex Catania nel 93′ per 6 mesi, ma non è questo il punto. Il tentativo di portare la seconda squadra a Catania, il tanto discusso Atletico l’ha fallito e ancora oggi continua a criticare la gente catanese.

“A Catania non mi capirono, ora arrivano subito come rivali. Nella vita siamo tutti abituati ad avere delle sorprese. Per me sarà una partita normale, come le altre, e quindi punterò a vincerla. Il Catania è la squadra cui tifavo da bambino. Ricordo un Catania-Udinese con Zico in bianconero. Quella volta pensai: e se diventassi presidente del Catania? Nel 1987 condussi io la trattativa con Massimino. Svolsi il ruolo di a.d. per 6 mesi, poi la distanza di vedute con i soci mi costrinse alle dimissioni”.

“L’esperienza con l’Atletico Catania? Rilevai l’Atletico Leonzio in stato fallimentare. A Lentini, al 3° anno vincemmo il campionato di C2 con Iaconi in panchina. Contestualmente rilevai il Catania ’93 e lo iscrissi nel Cnd. L’anno successivo capii che non potevo permettermi due squadre e così finì l’avventura con il Catania. Dopo pensai di trasferire l’Atletico alle falde dell’Etna. Decisi di fare calcio lì dove vivevo e lavoravo. Una scelta logica, ma la città non era pronta ad accogliere due squadre, così si perse di vista l’obiettivo che mi ero prefissato: dare ai tifosi la possibilità di scegliere. Ai tifosi del Messina assicurerò la normalità. Da dicembre sono in pensione, e da pensionato mi sono concesso questa opportunità.”.

Ci pensa Pietro Lo Monaco a tutelare Catania dalle dichiarazioni di questo pluri-pregiudicato, con diversi reati come la bancarotta nella sua carriera.

“Proto? Prima ha provato a prendere lo Scordia, poi il Gela, adesso ha preso il Messina. Sicuramente farà meglio di me, visto che si autodefinisce un vincente. Però, dire che dopo Franza non c’è stato nulla, mi sembra un azzardo. Con le mie modeste capacità, visto che non sono un vincente come lui, ho vinto due campionati e gli ho lasciato la squadra in Lega Pro. Certe dichiarazioni dimostrano come qualcuno ha la faccia come il culo”.

Capitolo Marcello Pitino: il DS protagonista della scorsa stagione di levare alcuni gropponi economici sulle spalle della società rimanenti dalla serie A (vedi Leto e Rolin) e di metterne altri come falsi presunti protagonisti assicurati (vedi Calil,Musacci,Ferrario…)

“E’ uno scherzo del destino perché ripartire contro la squadra che l’anno scorso ho contribuito a salvare, fuori e in campo, nonostante i 12 punti di penalizzazione iniziale, è assurdo. Una partita non come le altre ma ci sono tante altre cose da pensare al di là dell’avversario che cercheremo di sconfiggere per trovare i punti salvezza”.

“Miracolo? Uno? Dieci miracoli. Abbiamo preso una squadra con il presidente arrestato, sino al 30 agosto non sapevamo se saremmo stati radiati o avremmo giocato in Eccellenza. Non sapevamo nulla, avevamo 25 milioni di euro di contratti da smaltire. Avevamo preso un attaccante dal Milan, ma quel giorno arriva la notizia dell’arresto del presidente ed è saltato.

“C’erano 48 giocatori, 22 della stagione precedente, più i nuovi. Il 31 agosto abbiamo saputo che avremmo fatto la Lega Pro, ma fino al 10 settembre non potevamo fare nulla. La squadra è stata costruita in 10 giorni. E a gennaio se non avessimo ceduto Leto e Rolin eravamo falliti. Leto guadagnava 1,2 milioni, Rolin 2,3”.“Meno male che abbiamo subito cancellato la penalizzazione. Contro la Spal e il Cesena abbiamo giocato con venti persone allo stadio, perché c’era la contestazione. Ottenuta la salvezza in un clima particolare, dato che ogni giovedì spuntava qualcuno che doveva acquistare il Catania. La proprietà può fare quello che vuole, ma la modalità… Non puoi saperlo dai giornali. Le cessioni di Gyomber, Petkovic e Odjer rappresentavano un bel gruzzoletto che poi avremmo investito sul mercato e invece lo ha utilizzato Lo Monaco”.

Al signor Pitino diciamo che è inutile cercare di rovinare l’immagine del Catania ancora di piu quanto lo sia, sminuendo i tifosi e affermando come in alcune gare lo stadio fosse deserto (Spal circa 1000 spettatori e Cesena 4000, non proprio 20… visto il pieno periodo estitvo. Argomento toccato da Lo Monaco. Non è cosi che si diventa più grandi e presentarsi come dei mostri sacri alla nuova compagine che gestirà.

CAPITOLO GIOCATORI:

Lato Messina

Anastasi e Da Silva: ex a metà. I due a gennaio sono stati le pedine di scambio per portare Demiro Pozzebon sotto l’Etna.

Il primo, catanese purosangue, ha il dente avvelenato e vuole ritornare a giugno a Catania per giocarsi le sue chance.

“Per me Catania significa tanto, solo 20 giorni fa indossavo quella maglia. Sarà una sfida particolare, in questi giorni ci ho pensato molto. Tutto questo, però, si annullerà una volta sceso in campo, quando il tempo dei ragionamenti sarà finito. Mi hanno raccontato dei 20mila spettatori presenti al derby della passata stagione. Sarebbe fantastico giocare davanti a una cornice di questa portata. […] Esultare dopo il gol? Probabilmente sì. Quando un calciatore segna da ex, e quasi si scusa, mi sa di reazione vagamente ipocrita. Non so come si faccia a contenere la gioia dopo un gol. Futuro? Già, domenica avrò un’occasione in più per dimostrare che in rossazzurro merito di rimanerci”.

Musacci, uno dei “bidoni” sopracitati “made in Pitino”, l’anno scorso a Catania.

“Alla partita col Catania ci penso da giorni. Questa è una partita speciale di per sé, lo è ancora di più per me che in rossazzurro ho vissuto un’esperienza complicata. Alla fine della scorsa stagione sono finito fuori rosa, trattato come il capro espiatorio, un momento che mi è servito a modellare il carattere e che mi ha permesso di interpretare al meglio il ruolo di capitano del Messina. Sulla carta il Catania ha una rosa più competitiva. Noi un gruppo forte e più fame. E di certo non abbiamo paura”.

Gianvito Plasmati,tesserato 4 giorni fa da svincolato,non sarà certamente da poco, fuori forma dopo l’ultimo mese la scorsa a stagione non si è messo in attivita e deve recuperare, lui pero deve tanto a Catania per entrambe le esperienze soprattutto in serie A.

Maccarrone ex giovanili rossazzurre ha qualcosa da ridire al Catania, per come si è lasciato.

Lato Catania:

Saro Bucolo nel 2014 e Peppe Fornito insieme a Maks Barisic (ultimi 6 mesi) e a Diogo Tavares la scorsa stagione hanno calcato il San Filippo.

Ma il grande protagonista sarà sicuramente Demiro Pozzebon: oggetto di desiderio del Catania fin dalla partita persa 2-0 pochi mesi fa proprio coi giallorossi. Ad un passo con la firma col Matera, la sagacia di Argurio e il precedente interesse grazie anche alle due pedine date in cambio, è approdato con tanta voglia a Catania, 3 partite e 1 gol. E’ il bomber di razza che a Catania mancava da un po e avrà sicuramente molto contro la sua ex con cui ha fatto molto bene ma nell’ultimo periodo ha ricevuto diverse minacce proprio con la possibilità che lasciasse Messina per l’eterne rivale rossazzurra.

Cristiano Lucarelli e la società caricheranno l’ambiente come ogni volta si incontra il Catania: i rossazzurri non dovranno farsi ingannare dall’aspetto psicologico. Giornata Giallorossa e febbre da derby la sentono solo loro, perchè il derby dei rossazzurri si sa che è unico e solo con un altra compagine a ovest.

“Messinesi, siamo al centro della battaglia. Niente ci fa paura, ma abbiamo bisogno di rinforzi: quando il destino sembra scritto, siamo la speranza per poterlo cambiare. Noi sul campo, voi sugli spalti. Un giocatore da solo è un numero, tanti uomini insieme fanno una squadra che non si arrende mai. Io ci sono e tu?“.

Fiumi di parole… ma i fatti?

L’atteggiamento del Catania di massima concentrazione durante questa settimana non giustificherà altre prove scialbe dopo quelle con Akragas e Taranto.

Riteniamo fondamentale questi 3 punti da andare a prendere per il proseguio della stagione e l’obiettivo playoff.

Forza Catania!

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.