Sapete come ci sente ad aver calcato terreni di cadetteria, ad un passo dal grande calcio, perseguito un sogno piuttosto alla portata e… a vederselo sfuggire tra le mani…
Si deposita nelle viscere dello stomaco. Lui, un figlio illegittimo di dolore e risentimento nei confronti di quello che poteva essere e non è stato, ti fa compagnia nei giorni a venire. Quando scendi dal letto, quando ti guardi allo specchio, quando ogni respiro sospira affannosamente alla ricerca di un perché che nessuno saprà colmare. Resta lì a farti da “fratello”. Fosse “solo” la rottura del legamento crociato del ginocchio sinistro il problema…
E finisce pure per piacerti, il “viscido” nelle viscere. Sta lì a ricordarti il chiodo quando ricominci dalla serie C, quando lo sforzo è massimo. Ti ricorda chi sei e in quale categoria giocavi, ma ti impone a sbattere i piedi più forte possibile per non morire di apnea.
Poi, la chance da cogliere al volo: sei al Catania ed è arrivato il tempo di fare vedere chi sei e chi eri. Ostico l’avversario (il Benevento), basta guardarsi indietro! Eppure lo senti, lo senti eccome…
“Quella palla è buona, ottima direi. Luperini si porta l’avversario e tu hai lo spazio di inserirti. E invece no: la palla arriva proprio a Luperini…il dribbling, calcia! Aspetta, fermo Gianluca!
Ecco il momento giusto per dimenticare ciò che è stato e far vedere chi eri. Devi farcela, puoi farcela! Lo senti questo terremoto che hai dentro? Sono io che te lo provoco perché desidero andarmene dalle tue viscere per lasciarti fame di applausi e digiuno di alibi. È buona la palla, credici… è TUA! BOOM…PAAAAA!!!
Zitto e senti col cuore e con le orecchie il grido delle curve…
…
…..goooOOOOOLLLLLLL!!!
Corri, Gianluca, corri! Corri a festeggiare adesso. Non posso più fermarti.
È arrivato il momento di salutarci. Il mio tempo con te è finito e non ho più nulla da insegnarti. Al mio posto rimarrà il vuoto, che dovrai colmare, come ieri, con la fame di gol condita di prepotenza e astuzia.
Ora vai e ritorna ad essere il giocatore che eri. Spero che mi ricorderai sempre con un pizzico di nostalgia. Perché? Perché, in fondo, sono stato la parte migliore di te…
Per sempre tuo,
il viscido nelle viscere: il sentimento di rivalsa.
Pietro Santonocito