
C’era una volta il Catania. Una squadra con la maglia a strisce, rosse e azzurre. Ve la ricordate? Dire di no risulta impossibile, specie per gli innamorati dell’elefante. Certo è che di tempo ne è passato da quando, il piccolo Barcellona, incantava l’Italia del pallone. Si ricorda una società che era il fiore all’occhiello per la città, il trampolino di lancio per allenatori emergenti e giocatori, per lo più, sconosciuti.
Oggi il Catania chi è? Esiste ancora? Sulla carta sì, ha fatto la Serie A lo scorso anno e quest’anno la Serie B. Poco però, troppo poco per quello che eravamo abituati a vedere. Non per la categoria, sia chiaro questo. Una volta esisteva l’unità di intenti, un legame tra le componenti, le 5 componenti. Esse contribuirono a raggiungere grandi traguardi, impensabili diverso tempo fa.
Oggi? Dove sono finite? La società, pilastro portante, risulta assente. Risulta chiusa in un silenzio assordante. Surreale. La gente però chiede garanzie, certezze per il futuro. Già, il futuro, ci spaventa tanto.
Una volta avevamo un Presidente, innamorato. Un Presidente pronto, con tutta la sua passione, a rassicurarci e condurre la sua nave al porto, proprio come farebbe un Capitano. Nino Pulvirenti però, oggi, non incanta più, non lo riconosciamo più come il Salvatore della Patria come lo era una volta, in quel passato così tanto caro a noi tifosi.
Troppe parole son state dette, troppi proclami, ma di concreto? Nulla o quasi, con il conseguente risultato: il disastro sportivo degli ultimi 2 anni. Tutto questo con cosa è coinciso? Con l’ingresso in società di un soggetto, un noto Agente F.I.F.A. di fama mondiale, ovvero Pablo Cosentino.
Il nuovo A.D. etneo avrebbe dovuto farci compiere il cosiddetto salto di qualità ed invece ci ha affossati, vanificando, di fatto, anni di successi e sacrifici. Ha distrutto il nostro sogno. Logica cosa vorrebbe? Un suo allontanamento, cosa sennò? Peccato, però, che di logica non se ne parla più nella società Calcio Catania. Delle risposte concrete, però, urgono e son doverose, per la gente di Catania. Semplicemente encomiabile perché più di 10.000 abbonati non sono un abbaglio, nonostante una cocente retrocessione. Sono una certezza, frutto di un amore viscerale ed incondizionato.
Caro Presidente, faccia qualcosa, prima che sia troppo tardi, la tifoseria nel calcio è fondamentale: come pensa di poterne fare a meno? Il Catania è di tutti, è passione. Stia attento, Presidente. Ricompatti l’ambiente, lei può. Ci spieghi qualcosa, faccia tesoro degli errori commessi e rilanci il Catania perché a noi interessa solo questo.
Chiarezza, solamente. Siamo nelle sue mani, nel bene e nel male.
di Fabrizio Fasone