Yes-man

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Troppo tempo per porre fine all’agonia. Rivoluzione in atto: va via il tecnico Tabbiani ed il DS Laneri. In corso il “punto il dito contro…” ma si attendono i sostituti. Potenza – Catania 1-0.

Potenza – Catania 1-0. Fine della corsa ad ostacoli in verità. Questo Catania di ostacoli ne ha saltati pochi e ne ha presi in faccia molti, facendosi male sempre nello stesso punto. Non è bastata la vittoria di Brindisi, a seguito di una partita comunque deficitaria su tanti punti di vista, ma contrassegnata da una reazione, quantomeno, caratteriale di tutt’altro spessore. Doveva arrivare la riconferma in quel di Potenza, ma al “Viviani” l’unica riconferma che abbiamo riscontrato è stata la mancanza di reazione al gol rimediato con poca attenzione. Segno di non essere “connessi alla rete”, ancor prima degli aspetti tecnico-tattici, anch’essi scadenti.

È divenuto tutto chiaro come il sole, al fischio finale dell’arbitro. Abbiamo compreso le difficoltà di Tabbiani nel gestire un gruppo che, palesemente, non lo ha seguito come egli voleva, le sue fragilità nel presentarsi davanti ai giornalisti e uscire dal proprio cilindro uno pseudo-alibi a protezione del proprio lavoro e della propria posizione. Abbiamo individuato in almeno dieci elementi delle carenze caratteriali e/o fisiche che non giustificano la loro presenza alle falde dell’Etna. Conseguentemente, abbiamo condiviso le scelte post-partita dell’A.D. Grella concretizzatesi con l’esonero del tecnico ex Fiorenzuola e il licenziamento del DS Laneri. Quantomeno si è stati coerenti, sia con le parole proferite in conferenza, sia con l’assegnazione delle responsabilità di questo scempio.

Le colpe di Tabbiani

Il mister genovese paga sicuramente, come detto in precedenza, una cattiva gestione del gruppo, sempre troppo ligio nel rivendicargli colpe, anche se qualche volta immeritate. Infatti, le sue idee erano state apprezzate dai più, figlie di un progetto tecnico “d’altra categoria” piuttosto allettante. Peccato però che, per metterlo, bisognava assicurarsi degli “attori” consoni alle scene da girare. Non fosse altro perché, col senno di poi, pensando troppo in grande si rischia di perdere la bussola, come i continui cambiamenti di modulo per “salvare il salvabile” fanno notare.

Un peccato di presunzione misto ad un altro, forse ancora più grave: fare gli yes-man. Il tecnico, essendo a capo del progetto tecnico, ha il DOVERE ed il DIRITTO di lavorare col materiale umano più confacente alle sue idee, siano esse solide realtà o palesi farneticazioni dell’io. Nelle sue mansioni ricade anche la composizione della rosa che, assieme al direttore sportivo, viene costruita sulla base di un progetto tattico (il modulo) e di altri elementi fondamentali al raggiungimento dell’obiettivo conclamato (arrivare entro i primi tre posti).

Possono sussistere mille circostanze per le quali si è costretti a dire di sì, senza poter dire la propria. A quanto ci è parso, nessuna di esse riguardava aspetti economici deficitari o mancanza al dialogo da parte della società, motivi che avrebbero assegnato degli alibi al mister. Purtroppo, come anche da lui stesso ribadito a più riprese, la società si è sempre dimostrata disponibile al dialogo, al confronto e alla tutela del proprio allenatore. Ragion per cui, aver accettato passivamente ciò che passava il convento fa del tecnico Luca Tabbiani una persona troppo accondiscendente.

Le colpe del DS Laneri

Certo è che, se da una parte l’allenatore si è mostrato “troppo yes-man”, il DS Laneri ha svolto sicuramente male il suo lavoro. Aver vinto il campionato di D già a Marzo rappresentava un vantaggio non indifferente, traducibile con una serenità maggiore nel portare i migliori atleti per quello che era il progetto del mister. Tempo letteralmente gettato alle ortiche, a conti fatti. Molti giocatori sono arrivati a preparazione inoltrata e senza nemmeno un briciolo di atletica, qualcuno già infortunato (da recuperare), qualcuno infortunatosi a Ragalna, qualcuno messo fuori rosa con troppa celerità. Chiara è l’impossibilità del mister di lavorare con gli stessi uomini per infondere il proprio pensiero di gioco. Ma in questo caso bastava il “non ci sto” del tecnico a spostare gli equilibri.

Purtroppo, tempo sprecato. I risultati sono sotto gli occhi di tutti, laddove ogni rientro di un infortunato invoca la necessità di fargli acquisire “minutaggio” a discapito del rodaggio dei meccanismi di gioco, difatti inesistenti.

Le colpe dei giocatori

In tutto questo non si può non assegnare delle colpe ai giocatori etnei, pagati profumatamente dalla società, a prescindere dal ruolo in campo. Prestazioni a dir poco imbarazzanti, una dietro l’altra, non possono passare inosservate. Bisognerà conferire le giuste responsabilità a quei giocatori che hanno reso molto al di sotto delle proprie responsabilità, mirando all’acquisizione di atleti idonei alla piazza di Catania. Non sono più accettabili retropassaggi ad oltranza, passaggi in orizzontale, poca presenza in aria di rigore per raccogliere i traversoni. Ma potremmo continuare ancora, andando a trovare centinaia di aspetti negativi, messi in risalto dalla rosa etnea, che hanno un unico comune denominatore: la mancanza di carattere.

Le colpe di Grella

Anche il numero due etneo ha le sue colpe, reo di aver atteso troppo tempo per porre rimedio ad una situazione già compromessa dalla trasferta di Castellammare di Stabia, a nostro modo di vedere le cose. Abbiamo apprezzato, con molta serenità, l’ammissione di colpa in conferenza stampa e la resa dei conti avvenuta recentemente, ma certe perdite di tempo sono esse stesse il male primario, in quanto mostrano ostentazione. Confidiamo in una identificazione dei problemi più celere, al fine di trovare le soluzioni migliori in tempi più congrui.

In attesa di conoscere il nuovo staff tecnico della prima squadra del Catania FC, tiriamo un sospiro di sollievo. Nella speranza di non prendere troppi Malox da qui alla fine di questo campionato…

Ad maiora semper! Sempre e solo Forza Catania!

Pietro Santonocito

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Pietro Santonocito nasce a Catania il 21 Agosto 1989 e dall'età di soli 5 anni nutre un profondo amore viscerale per il Calcio Catania. E' stato anche un giocatore dilettantistico, fino all'età di 18 anni, dove ha intrapreso gli studi di Ingegneria Elettronica. Da quel momento, sin'ora, ha vinto un premio letterario "L'attualità del pensiero di Luigi Pirandello", premiato da Leo Gullotta ed è diventato un webmaster, sviluppatore Android, videomaker e speaker radiofonico, partecipando attivamente a Radio Zammù e gestendo in prima persona Katane TV, di cui ne è il responsabile tecnico.