Il raduno: chiamatelo CDA. Centro della discussione? Abolizione dell’articolo 8 dello statuto e nuova ripartizione delle quote. Nessuna nuova sul pagamento degli stipendi, né di nuove soluzioni per salvare il nostro Catania.
Catania, 29 Ottobre 2021: nuovo CDA del Calcio Catania. SIGI al raduno per decidere…decidere…decidere, che cosa? Chi potrà fare la voce più grossa. Un momento di chiarimento altalenato da profondi e laceranti silenzi.
Il “silenzio degli innocenti”, nuova pellicola della casa editrice “SIGI editore”. Perché, mentre c’è chi ha compiuto la sua parte, c’è pure chi asseconda il suono delle mosche che volano sopra il suo lungo naso. Sarà colpa dell’umidità di queste giornate.
Ma si professa unità di intenti. Partono le opere di solidarietà siculo-sicane, i servizi televisivi e Russotto che pela le patate. Per carità, tanto di cappello e onore a loro.
E ci va bene così perché, in fondo, lo strumento delle soddisfazioni comunali è dare da mangiare ai senza-tetto giusto il tempo del ciclone Apollo-Medicane-Vattelappesca. Gli altri giorni, no: non serve. Ci sarà il sole…e all’ombra si potranno riparare.
Perché questa è la punta dell’iceberg: un cumulonembo di idee confuse, atte solo a proteggere la pellaccia. Mentre, al di sotto della superficie dell’acqua c’è chi soffre e non si lamenta, chi reagisce e non chiede aiuto. Troppo brutta da vedere, troppo ingombrante per rappresentare una convenienza.
Questo il controsenso in cui vive la nostra meravigliosa città. Una città che ama creare quanto auto-distruggersi. La parafrasi del subdolo controsenso è proprio la sua società calcistica, per la quale la sopravvivenza del club, della storia e dei colori rossazzurri è un problema di secondaria importanza.
Inarcare le sopracciglia
Sul promontorio l’area è più pulita e non si percepisce il dolore della gente che soffre ma non si arrende. Guardi da una prospettiva più agevole e ti viene meno costoso emanare discorsi di solidarietà e fratellanza.
Inarchi le sopracciglia ostentando stupore e ipocrisia. Mentre la discussione salpa verso altre epopee, la tua faccia rimane di marmo, impunita. D’altra parte, tu avevi un credito verso il Catania: non puoi rimetterci ancora. Non è forse così?
Trovami un motivo che ti lega alle sorti del nostro club. Non c’è dubbio alcuno sul fatto che, quando la barca imbarcherà acqua, sarai il primo a svignartela con tutto quello che potrai arraffare. Possibilmente, incastrando chi non centra nulla.
Ne vogliamo parlare di stipendi?
Ma siamo uomini di mondo, dopotutto! Siamo la gente che si fa meraviglia della pagliuzza negli occhi del nostro vicino, non curandoci della nostra trave che grava sulla nostra schiena. Finché non è un problema nostro, perché preoccuparci?
Nel frattempo i giocatori che rappresentano e portano la nostra città non percepiscono la retribuzione pattuita come da contratto. Chi se ne frega? Ne deve passare ancora di acqua sotto i ponti, prima di scomodarsi dalla sella e fare qualcosa.
Infatti, ne è passata pochissima, in questi giorni specialmente. Vittima sei tu, ma vittima non sono io, perciò: ai posteri l’ardua sentenza. Chi vivrà, vedrà. The life is now, in fin dei conti.
Questi ragazzi hanno dimostrato tanto attaccamento e professionalità da vendere, nonostante non siano retribuiti come si deve. E noi pretendiamo, giustamente, che sputino l’anima in campo, perché noi siamo il Calcio Catania.
Ma è anche vero che questi ragazzi tornano a casa e sono tali e quali ad ognuno di noi. Hanno moglie, figli e devono sostenere le spese di una famiglia, come tutti, del resto. Quanti di noi saremmo disposti a scendere a questo compromesso?
Lasciamo che siano gli altri a fare il primo passo. Poco importa se fra una decina di giorni i giocatori potranno ritenersi svincolati. Giocherà qualcuno altro al loro posto…anche se dovesse essere un ragazzino del 2005.
Anonimia totale
Mentre la pellicola si attorciglia su sé stessa, diventando una matassa troppa fitta per intravedere il lembo iniziale, tutto tace sul futuro del nostro Catania. Fondi che filano, fili che fondono, nella piena consapevolezza che ci vuole un fondo italiano per acquistare un club…e non europeo.
Per quanto ancora dobbiamo assorbire baggianate su baggianate? Pensate che la gente sia così stupida da non capire, dopo la milionesima volta, che non avete intenzione di chiedere scusa?
Di quali scuse parliamo, nello specifico:
- Scuse per aver depositato garanzie bancarie, in atto di acquisizione del club, di fatto, discioltesi come sale sulla neve;
- Scuse per aver dichiarato, a più riprese, la volontà di traghettare il club e cederlo al migliore acquirente, senza, di fatto, appurare una selezione fra le manifestazioni di interesse;
- Conseguenza del precedente punto: scuse per aver concesso un’esclusiva di vendita a Tacopina e alla sua cordata, senza accertarsi delle sue reali intenzioni di acquisto. Perché, per avere “reali intenzioni”, di milioni ne doveva versare 3 e non 1.8…erano pochi per farci venire il sorriso sulle labbra.
- Scuse per aver emanato comunicati di dubbia chiarezza e concretezza, validi solo a dividere la tifoseria senza mai creare unione di intenti, come spesso millantato;
- Scuse per aver chiesto dei soldi ai tifosi senza restituire garanzie, come millantato. La promessa era di racimolare il massimo per raggiugere quota 500.000 euro, valida per completare la somma necessaria all’iscrizione del Calcio Catania nella stagione 2021/22, per poi ricercare, immediatamente, un acquirente degno di riportare i nostri colori laddove meriterebbero di stare.
- Scuse per aver professato unità di intenti, senza essere uniti fra voi. Neanche un bene superiore, cioè la buona immagine del Calcio Catania, ha saputo farvi mordere la lingua;
- Scuse per l’assenteismo dimostrato nei confronti dello staff tecnico, unico punto di forza di questo club;
- Scuse per non aver trovato, alla data attuale, una soluzione definitiva per la sopravvivenza della nostra storia, anche se dura da accettare.
Passatevi una mano sulla coscienza. Quando tornate a casa, cercate di essere felici dello spettacolo circense che avete allestito, se ci riuscite. Il tempo dirà la verità…e sarà nobile per questo.
Pietro Santonocito