È il 21 dicembre 2008. Al “Massimino” si affrontano il Catania di Walter Zenga e la Roma di Luciano Spalletti. L’uragano Morimoto si abbatte sulla compagine capitolina.
Ai piedi del vulcano, si sfidano due compagini con ambizioni e soprattutto momenti totalmente opposti. I rossazzurri non vincono da quattro partite, mentre invece i giallorossi vengono da cinque vittorie e un pareggio. Zenga opta per un 4-4-2 abbastanza atipico. Per l’ennesima volta, il tecnico rossazzurro cambia gli undici titolari e lancia qualche novità tattica. A partire dalla difesa sorprendono per l’appunto, gli adattamenti sulle fasce di Izco a destra e Terlizzi a sinistra. Biagianti e Carboni, allo stesso modo, vengono sacrificati come esterni di centrocampo. In avanti Morimoto è affiancato da Mascara. Spalletti in avanti si affida a Totti e Vucinic supportati alle spalle da Julio Baptista.
L’inizio dei padroni di casa è piacevolmente arrembante. I rossazzurri schiacciano la Roma e soprattutto con Morimoto sfiorano per ben due volte il vantaggio. È il preludio al gol che arriva al minuto trentaquattro. Perrotta perde palla poco più avanti del centrocampo e Mascara è lesto nel recuperare e azionare un contropiede letale e rapido. Il numero sette, una volta giunto al limite dell’aria di rigore avversaria, apparecchia per Baiocco il quale aveva seguito l’azione e con il sinistro alza la sfera quel tanto che basta per superare Doni. Vantaggio meritato che galvanizza maggiormente il Catania. Trecento secondi più tardi, i rossazzurri raddoppiano grazie allo scatenato Morimoto. Tedesco dalla zona mediana lascia partire un lancio al bacio per la punta giapponese, il quale stoppa in corsa e di sinistro mette la sfera alle spalle dell’estremo difensore romanista. Uno-due devastante degli etnei che chiudono la prima frazione meritatamente avanti.
Il copione nella ripresa non cambia e al decimo minuto, il Catania cala il tris. Calcio di punizione battuto quasi da centrocampo a sinistra per la testa di Biagianti, il quale spizza il pallone quel tanto che basta per mettere Morimoto a tu per tu davanti a Doni. La punta giapponese ha tutto il tempo di piazzare il pallone e gonfiare per la terza volta la rete. L’ultimo quart’ora ha il profumo di una quasi beffa per il Catania. I giallorossi nel giro di quattro minuti riescono a portarsi sul clamoroso 3-2. Prima Vucinic, servito da un lancio lunghissimo, approfitta di una dormita di Stovini per segnare la rete del 3-1. Per il montenegrino è la seconda rete consecutiva al “Massimino”. Poi Menez, subentrato nella ripresa, viene imbeccato magistralmente da De Rossi per la rete del -1. All’ultimo istante, Okaka fa tremare lo stadio quando, durante gli sviluppi di un corner, si trova solo nell’aria piccola a spizzare il pallone di testa. Dopo lo spavento, arriva la gioia per un Catania che ritrova la vittoria e che torna a fare uno sgambetto alla Roma per il secondo anno consecutivo.
MORIMOTO BESTIA NERA DELLA ROMA
Il giapponese, oltre alla doppietta di quel pomeriggio, realizzerà altre due reti contro la compagine giallorossa. Una al ritorno nel rocambolesco 4-3 all’Olimpico e un’altra sempre al “Massimino” l’anno successivo nel match concluso 1-1. Il 7-0 della Roma nel 2006, innesca nel Catania una serie di vendette sportive. Le più ricordate sono soprattutto il pareggio all’ultima giornata nella stagione 2007-08 che valse la salvezza per gli etnei e la conseguente perdita dello scudetto per i capitolini e la vittoria in extremis al 95′ grazie al gol di Gomez nella stagione 2010-11 con il “Cholo” Simeone in panchina.