È il 2 dicembre 2007. Al “Massimino” si gioca il derby di Sicilia tra Catania e Palermo. Esattamente dieci mesi prima, il derby aveva sancito una delle pagine più tristi della storia della Trinacria.
In quel di Catania si attende una sfida dalla trepidante attesa. I rossazzurri di Baldini vogliono riscattarsi sia perché l’ultima vittoria risale ad un mese prima contro la Sampdoria; sia perché dal ritorno in Serie A, i padroni di casa non hanno ancora vinto un derby.
I rosanero di contro hanno cambiato guida tecnica in settimana, infatti, nella panchina palermitana ritorna Guidolin.
Il pre-partita fa tornare in mente i fantasmi di febbraio, in quanto il pullman degli ospiti viene accolto dai tifosi etnei con il lancio di uova e arance. Il clima è piuttosto insolito, infatti, si gioca in un silenzio surreale dato lo sciopero dei supporters rossazzurri e la trasferta negata a quelli rosanero. Tornando al campo, il Catania si schiera con un 4-3-3 col tridente Mascara–Spinesi–Martinez. Guidolin di contro risponde con un 4-4-1-1 con Brienza alle spalle di Amauri. La prima mezz’ora è caratterizzata da una fase di studio dove le due squadre non si sbilanciano più di tanto. Al 29′, però, i rossazzurri passano avanti. Spinesi lavora in maniera dubbia un pallone che danzava sulla linea di fondo campo. Il “gabbiano” con la ventiquattro sulle spalle, serve la sfera per la corrente Vargas, il quale di sinistro mette uno spiovente al centro dell’aria per Mascara che anticipa Barzagli e di testa schiaccia alle spalle di Fontana. Era la scossa che serviva alla squadra e ai tifosi. Dopo la rete, c’è solo una squadra in campo che è superiore in tutte le parti del rettangolo verde specialmente a centrocampo. Quella squadra ovviamente è il Catania. Al 41′, Spinesi viene spinto all’interno dell’aria di rigore da Barzagli. Per l’arbitro non ci sono dubbi. Rigore per i rossazzurri. Lo stesso attaccante etneo dagli undici metri spiazza l’estremo difensore ospite.
Verso il decimo della ripresa, il Palermo cambia con gli ingressi di Tedesco ed un fischiatissimo Caserta, ex di turno, i quali rilevano Diana e Bresciano. Dieci giri di lancetta dopo, il caso vuole che a riaprire il match sia proprio Fabio Caserta. Il centrocampista rosanero con un sinistro radente dal limite dell’aria purga Polito. Appena pochi istanti dopo il calcio d’inizio, l’autore della rete palermitana si fa espellere per un intervento ai danni di Colucci. Entro, spacco, esco, ciao: queste quattro semplici parole riassumono la partita di Caserta.
MALAKA DANCE
È il minuto novanta. Colucci tra le linee imbecca Jorge Martinez, che al limite dell’aria da posizione defilata alla destra di Fontana, fa partire un destro a giro che si spegne appena sotto l’incrocio dei pali. Lo stesso portiere rosanero dopo la rete si sente preso in giro dal venticinque in maglia rossazzurra. L’uruguaiano esulta con la sua mai dimenticata “Malaka Dance“, con la quale nei suoi tre anni sotto le falde dell’Etna ha fatto godere e danzare migliaia di tifosi etnei!