
Il calcio può davvero sorprenderti. Non solo per le lodevoli, o meno, gesta di chi si erge a protagonista, calcando i verdi campi ma anche grazie a quelle “piccole” sfaccettature che ne fanno da contorno. Quelle, non meno “gloriose”, stuzzicanti, a volte insolite, questioni extra-campo che in poco tempo riescono ad attrarre le attenzioni dei curiosi calciofili ancor più di una rete in rovesciata, da centrocampo al novantacinquesimo. In verità quello che è successo al “Pinto” lo scorso sabato non è proprio da definire “extra-campo” visto che all’interno di quel “teatro”, ove stava per calare inesorabile il sipario sull’ultimo atto della tragicomica (almeno per i supporters campani) Casertana-Cosenza sul “palcoscenico” fa irruzione l’insospettabile attore non-protagonista della sceneggiata. Con berretto di lana, cappotto e jeans il dirigente dei “falchi”, tale Lombardi, arriva veemente al centro della scena contestando la “mala recita” del Signor Pitteri, arbitro spedito dalla sezione di Palermo, esortando la propria troupe ad abbandonare anzitempo la fine della commedia. Nervi tesi per una Casertana lontanissima parente di quella ammirata ad inizio stagione. Un 2016, finora, tremendo per i rossoblu. Una involuzione tattica e di gioco che ha portato i campani ad ottenere pochissimo, specialmente tra le mura di casa, precipitando dalla prima posizione alla quinta. Lombardi è solo l’emblema di quanto tesi siano i nervi all’ombra della Reggia. Contestazione contro l’operato dell’arbitro che non si circoscrive all’episodio, ormai famoso, dell’invasione di campo. Nella tarda serata il Presidente Corvino si fa carico dello stress accumulato dichiarando che per la trasferta di Catania (ricordiamo che la prima sconfitta degli etnei in campionato fu inflitta proprio dalla Casertana) l’intenzione, successivamente mitigata, è quella di schierare la Berretti. Un segno di protesta contro un sistema calcio che sembrerebbe danneggiare, a dire e pensare del patron, la squadra. Ma non finisce lì: la vicenda prende uno sviluppo inaspettato quando lo stesso Corvino, ospite ad una nota trasmissione televisiva locale, apprende dal conduttore che il tecnico Romaniello, sempre sostenuto dalla dirigenza ed osannato dalla tifoseria, avrebbe rassegnato le dimissioni dalla guida tecnica. Un misto tra scoop e stupore per il numero uno casertano. Il tempo di raccogliere le idee e farsi una doccia calda per riscaldare, come se ne sussistesse il bisogno, nuovamente gli animi. Puntuale la secca smentita: Romaniello non si è dimesso. Attacco influenzale lo ha costretto a non poter sostenere l’allenamento della squadra. Caso rientrato?…beh….la Casertana, distratta e poco affidabile da questo inizio di anno solare, sembra voler mitigare ciò che succede sul campo, o quel poco che in verità ne esce fuori dai suoi uomini, inveendo contro l’apparato generale delle istituzioni calcistiche. Tra rigori non concessi, espulsioni, invasioni di campo, dimissioni inesistenti e sviste paradossali, il piagnisteo del salice casertano non certo giova al prossimo avversario: quel Catania specializzato in 0 a 0 che, al pari della compagine campana, non attraversa un momento felice della propria gestione di gioco. Il Cosenza ha meritato la vittoria a Caserta, giocato meglio con quel notevole agonismo che ne ha facilitato la vittoria. La Casertana piange sul latte versato pensando, forse, di rendere buono il cuore del prossimo direttore di gara, o qualcun’alto ancora, per ammorbidirne le intenzioni? Noi speriamo di no. Il Catania non vorrà fallire l’appuntamento. Al Cibali si giocherà undici contro undici partendo dal risultato iniziale di 0 a 0. Catania spera di mettere al taschino l’elegante fazzoletto, da estrarre con gesto galante per asciugar le lacrime….dell’avversario.