Meriti e demeriti, oneri e onori…

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Catania - Sicula Leonzio 2-1 - meriti e demeriti - le pagelle
fonte foto: informa sicilia

Il Catania esce da sotto un camion, riuscendo a ribaltare un incontro che si era messo in salita. Tanti gli spunti di riflessione, doverosa l’analisi a freddo. Catania – Sicula Leonzio 2-1.

Catania – Sicula Leonzio 2-1. Spesso, abbiamo dovuto affrontare le tematiche inerenti la suddivisione dei “demeriti” e l’inclusione dei “meriti” che hanno inficiato sensibilmente sul risultato finale, alla fine del match.

Si tratta di un arduo compito che non ci sopraeleva come “giustizieri della giustizia”, ma semplici osservatori di un incontro di calcio, attenti alla ripartizione dei gradi d’incidenza di un demerito rispetto ad un merito sportivo.

Il senso del calcio

Forse qualcuno lo ignora, ma il calcio è un gioco a squadre, dove 11 giocatori giocano contro 11 giocatori. Non è semplicemente una frase fatta, ma una doverosa precisazione, a meno che una delle due squadre venga decimata a causa di espulsioni ingiuste per regolamento.

Per vincere bisogna segnare una rete in più rispetto all’avversario. Facile a dirsi, meno a farsi. Per raggiungere questo obiettivo, si prepara la partita in modo tale da colpire i punti deboli dell’avversario, evitando di lasciare scoperti i propri.

Anche qui, frase teorica che, all’atto pratico, è influenzata da altri mille e più ragionamenti. Prevede una conoscenza dei tuoi giocatori tale da indurti, inevitabilmente, ad un compromesso. A quale prezzo?

Esempi:

  • “Sposto quel giocatore in un ruolo non suo per sfruttare le sue doti atletiche e bloccare i contropiedisti avversari”;
  • “Metto quel giocatore tecnico nell’ultima mezz’ora, così gli avversari sono stanchi e mi aspetto che mi risolva la partita”;
  • “Inserisco Curiale per recuperarlo psicologicamente…forse”.

Sono tutte valutazioni a priori che non corrispondono esattamente alla contemporaneità degli eventi che si succederanno nel corso del match. Rappresentano solo e soltanto dei tentativi di soluzione per fare un gol in più rispetto all’avversario e vincere la partita.

Le certezze a priori sono quasi nulle, specie in questa categoria. Tuttavia, se tali soluzioni sono architettate empiricamente, non si può prevedere cosa accadrà sul campo e si lascia al “caso pirandelliano” l’esito dell’incontro.

Tesi di calcio teorico che diventa pratico

Fatta questa doverosa premessa che a qualcuno potrà risultare banale, bisogna fare i conti col campo, unico emblema della verità assoluta e insindacabile.

Avvicinandoci a discorsi a strisce rosse e azzurre, possiamo raggiungere un alto grado di verità se diciamo che: se non si commettessero errori, ogni partita finirebbe 0-0.

Be’, con Camplone alla guida etnea questa tesi non era supportata da nessun fondamento sportivo, in quanto il pareggio non era contemplato nel menù della domenica. Nulla da additare solo e soltanto al tecnico pescarese, sia chiaro.

Arrivato Lucarelli, sicuramente, si è avvertita un’ inversione di tendenza, con ovvi meriti e demeriti annessi nel pacchetto “all inclusive”. Come si dice in certi casi:”Non si può avere la rosa senza le sue spine”.

Resta da capire se la matematica conferirà ragione delle proprie azioni a Lucarelli o lo condannerà. Siamo di fronte al classico dubbio amletico:“Meglio due pareggi consecutivi o una vittoria ed una sconfitta?”. Per la Matematica non ci sarebbero dubbi, ma…lei non asseconda variabili “umane” a carattere sentimentale.

Meriti che inseguono demeriti che inseguono meriti

Come spesso diciamo, il calcio è la metafora della vita e ne rappresenta la raffigurazione più chiara, perché di “immediata” interpretazione e di facile coinvolgimento.

Nella partita di ieri, il Catania ha palesato chiari demeriti nel fare di tutto per complicarsi la partita ed evidenti meriti nel saperla ribaltare. Tutto questo crea un “loop”, non una via d’uscita.

Un po’ come quando Elevensports ti fa rivedere centomila volte lo stesso replay (fra le bestemmie del caso) o quando senti lo stesso spezzone di musica per mille e più volte. C’é chi vive mettendo, di proposito, in loop la sua vita, senza stare a tempo con gli anni che passano…eh sì!

Non si tratta di felicità, ma di un suo surrogato di sottomarca. L’esempio più lampante è la droga o l’alcol, capaci di mettere in loop alcune atroci sofferenze, dandoti quell’assuefazione tale da anestetizzarle…senza mai curarle.

Così ci pare il Catania: un malato a cui non si riesce a dare una cura, ma solo una sostanza stupefacente per alleviare i suoi dolori. La domanda sorge spontanea e afferisce anche all’extra-campo:”Per quanto tempo ancora si potrà continuare in questa direzione?”.

Scelte di Lucarelliana importanza

Noi catanesi amiamo la gente che ha voglia di mettersi in gioco, di raccogliere il guanto da terra anche se sconsigliato da tutti, purché questo aspetto non diventi l’alibi predominante per dire:”Io sono stato l’unico pazzo che lo ha fatto”.

Sarebbe tedioso, tanto quanto disonorevole a chi ha segnato tanti gol e ne sbaglia uno decisivo, clamorosamente, all’ultima giornata di campionato. Rimarrebbero quelle frasi piccanti in bocca ali ipocriti, del tipo:”Sì, ha fatto il record di vittorie in trasferta, ma non è riuscito a centrare l’obiettivo, quindi…”.

Onde evitare questo, vorremmo apprezzare più il lavoro del tecnico livornese in campo e durante la settimana, piuttosto che sentire ripetere le stesse filastrocche. Evitarle, sarebbe di grande giovamento per tutte le nostre parti del corpo logorate: orecchie, sangue, fegato, cuore e anima (per chi ci crede e per chi ne ha una).

Attribuiamo a Lucarelli il grande demerito di avallare la filosofia di un 3-5-2 strutturalmente improponibile per carenza di valori umani e calcistici fra i suoi atleti.

Gli attribuiamo, tuttavia, anche il grande merito di non perseverare in maniera ostinata in questa idea e di essere stato così umile da passare al 4-3-3 al 60′, cambiando gli interpreti e creando i presupposti migliori per mettere in difficoltà la Leonzio.

Vero è, continuando il loop di meriti che inseguono demeriti, che i due gol etnei sono stati propiziati da due regali colossali: il primo dell’ex Tino Parisi, il quale si esibisce nella sua miglior performance da quando lo conosciamo; il secondo dell’incredulo Grillo, che vede complice anche il suo portiere Polverino, poco reattivo nella circostanza.

Tutto ciò che non è più un demerito, ma una certezza

Non abbiamo ritenuto opportuno inserirlo nei flop perché non rappresenta più un elemento di “sorpresa”, tanto da spiccare in negativo rispetto ad un discorso ben più ampio che tocca anche e non solo lui, in prima persona.

Diventa, invece, un’esigenza impellente rendersi conto del fatto che Curiale non può più dare il contributo che ci si aspetta da uno come lui. Non lo diciamo noi, ma il campo, in maniera insindacabile, chiara come il sole in più di un’occasione.

Recuperarlo psicologicamente non è la priorità se lo stesso giocatore sciorina delle non-prestazioni di questo tipo: sempre spalle alla porta, posizionato male al momento di ricevere il pallone, molle nei contrasti.

In un’occasione ha persino interpretato il ruolo del difensore lentinese aggiunto, stoppando il pallone in area e permettendo agli avversari di disimpegnarsi! Quasi, sembrava che lo avesse fatto apposta perché, anche restando fermi ed immobili, il pallone gli sarebbe carambolato addosso e avrebbe preso la direzione della porta. Nemmeno questo.

Che dire? Non si tratta più di un problema relativo al farlo giocare con più frequenza. C’è sicuramente dell’altro che nessuno può immaginare e a cui nessuno può porre rimedio…se non il ragazzo stesso.

Resta da capire se perseverare per la via del recupero tibetano del corpo e dello spirito possa portare ad un riscontro concreto da qui a Gennaio. In caso contrario, si dovrà accettare, senza mezzi termini, il demerito di aver insistito su qualcuno che non crede più nemmeno in sé stesso.

L’allarme sta già suonando…vedremo chi sarà in grado di sentirlo o chi farà orecchio da mercante.

Catania – Sicula Leonzio 2-1: le pagelle

CATANIA (3-5-2): Furlan 5; Esposito 5, Biagianti 5 (dal 59′ Di Molfetta 6,5), Silvestri 6; Calapai 3,5 (dal 46′ Biondi 6), Rizzo 6, Lodi 5 (dal 59′ Mazzarani 6,5), Dall’Oglio 5,5 (dall’81’ Bucolo sv), Pinto 3; Curiale 2 (dal 59′ Catania 5,5), Di Piazza 6. A disp.: Martinez, Noce, Marchese, Biondi, Bucolo, Fornito, Llama, Mazzarani, Barisic, Catania, Di Molfetta, Di Stefano. All: Lucarelli 6.

SICULA LEONZIO (4-3-3) – voto 5,5: Polverino; De Rossi, Sosa, Petta, Parisi; Palermo (dall’87’ Terranova), Esposito, Maimone; Grillo, Lescano (dal 61′ Scardina), Vitale (dal 70′ Sicurella). A disp.: Governali, Armata, Tafa, Talarico, Cozza, Megelaitis, Sidibe, Sicurella, Manfré, Scardina, Terranova. All: Bucaro

ARBITRO: Valerio Maranesi di Ciampino – voto 6.

ASSISTENTI: Gianluca D’Elia e Andrea Niedda di Ozieri – voto 6.

AMMONITI: Dall’Oglio al 53′, Catania al 74′, Maimone al 76′, Esposito all’88’, Di Molfetta al 93′

ESPULSI:

RECUPERO: 1′ pt; 4 st.

INDISPONIBILI: Rossetti, Sarno, Saporetti, Mbende e Welbeck; Ripa, Ferrini, Bariti e Bollino

SQUALIFICATI: –

DIFFIDATI: Dall’Oglio

Pietro Santonocito

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