Quella andata in scena nella serata di martedì al “Massimino” è la partita che testimonia il momento in casa Catania. Tanta confusione in campo e non solo, ma soprattutto molto sconforto per il prossimo futuro.
La gara casalinga con la Paganese non rappresentava solo una partita utile a prolungare la striscia di vittorie, anzi era un vero e proprio scontro salvezza. I rossazzurri arrivano stanchi e impacciati. Senza dubbio, i troppi impegni ravvicinati e la situazione non aiutano ma a livello mentale si è palesato l’ennesimo grosso limite di questa squadra; ossia il non saper rimontare. Gli sforzi dei ragazzi meritano l’attenzione da parte di tutti, ma col passare degli anni questa città ha dimenticato una cosa fondamentale.
Il Catania ha una storia che nell’imminente futuro, ossia il 4 marzo, scopriremo se potrà continuare con lo stesso titolo sportivo. Il fallimento dello scorso dicembre lascia strascichi psicologici e punti di riflessione al quale vorremmo porre attenzione.
I numeri ci dicono che quest’anno gli etnei hanno perso sette gare casalinghe. Il “Massimino” purtroppo più passa il tempo, più diventa terra di conquista per chiunque. Ce lo dimostrano gli ultimi due avversari usciti vittoriosi dallo stadio rossazzurro, cioè il Picerno e la Paganese.
“IL CALCIO È BELLO PERCHÉ È IMPREVEDIBILE”
Uno dei tanti motivi per il quale noi seguiamo questo sport è proprio questo. Noi tifosi rossazzurri sappiamo cosa voglia dire vincere contro chi all’apparenza sembrava Golia e la dimostrazione l’abbiamo avuta appena un decennio fa. Collegandoci a quanto sopracitato, il tifoso rossazzurro ha dimenticato il significato della parola DISAPPROVAZIONE.
Vi rinfreschiamo il significato che il nostro caro amico vocabolario ci fornisce:
“L’atto, il fatto di disapprovare, nella propria coscienza o con segni esterni: parole, grida, cenni di disapprovazione”.
Non è più accettabile il fatto che la prima squadra del primo paesino che capita venga qui a scrivere la propria storia a nostro discapito. Non è tollerabile vedere i tifosi rossazzurri ormai passivi e accondiscendenti dinnanzi a tale film dell’orrore.
IL CATANIA NON È PER TUTTI
Nella Tribuna A da un paio di partite entra gente appartenente alla vecchia proprietà come se nulla fosse; come se loro non hanno potuto fare niente per evitare tutto ciò. Con quale credibilità ci si presenta allo stadio con quell’atteggiamento così fiero e gaudente? Se realmente i vecchi proprietari sono interessati alle sorti della società, che garantiscano per il Catania nei confronti di NUOVI, SERI, ACQUIRENTI, laddove loro hanno fallito miseramente!
Non ci spieghiamo neanche la presenza di personaggi dalle dubbie capacità di rilancio, tral’altro in comitiva con la vecchia proprietà. Se Catania pretende gente seria, allora devono essere in primis i tifosi a maturare dopo la batosta del fallimento. Se il futuro della maglia rossazzurra è legato ad imprenditori o pseudo tali dalle dubbie capacità, allora che si dica addio a tutto. Ricordiamo che esiste ancora un valore che si chiama dignità. Catania non se ne fa nulla di una squadra per vivacchiare tanto per avere undici giocatori che vanno dietro ad un pallone. Catania ha bisogno di un progetto lungimirante che vada oltre al pallone che rotola!