Stamane si è tenuta la conferenza stampa dell’amministratore delegato del Calcio Catania, Pietro Lo Monaco. Questi i punti cardine:
GESTIONE BONANNO-PITINO-FERRIGNO
Non voglio usare la parola “colpe”, ma io sono ritornato a Giugno 2016 con una situazione disastrosa ed un Catania totalmente azzerato. Adesso, gli stessi che hanno creato questi problemi, che ci portiamo d’appresso, si fanno avanti. Troppo facile.
In ottemperanza di ciò, in 3 anni, ho dovuto girare il mondo, effettuando 100/120 transazioni per risarcire i creditori del Calcio Catania. Siamo passati da un negativo di 15 milioni di euro all’attuale, che ammonta a 4 milioni di euro, rappresentati, perlopiù, da debiti verso l’Agenzia delle entrate e varie, dilazionati. Oggi il Catania è un’azienda appetibile.
CONTRO IL FALLIMENTO
In questi 3 anni, abbiamo ricostruito un settore giovanile, con 8 squadre e una scuola calcio. Per rispondere ai giudici, ai soloni, a quelli che non amano il Calcio Catania.
Nel nostro settore giovanile abbiamo 400 tesserati, 40/60 tecnici e altri 50 tesserati nella prima squadra, tra giocatori, tecnici e medici. Ebbene rammentarlo a chi crede che sia cosa da niente.
Abbiamo dato via 4 talenti dal nostro vivaio in serie A: uno al Milan, uno alla Sampdoria, uno al Verona e uno al Torino. Porteranno un attivo di circa 500/600 mila euro alla voce delle attività.
Siamo una società rispettata, ripristinando un fiore all’occhiello: Torre del Grifo Village, un’eccellenza di Catania. Sapete a quante famiglie da a mangiare Torre del Grifo? 200. Questo per ricordare a chi si auspica un fallimento del Calcio Catania, cosa voglia significare.
È meglio andare a giocare col San Tommaso nei dilettanti? Mi meraviglio anche di chi supporta questa tesi. Il Catania, in totale, dà a mangiare a 600/700 persone che, se andassero sotto al Comune, si ribalterebbe.
Per problematiche relative ad aziende con 100/120 dipendenti interviene lo Stato e ciò non è successo. Il Catania è riuscito a salvaguardare gli interessi di chi lavora alle sue dipendenze…da solo.
Qualcuno ha mai dato una mano al Catania in questo triennio? Qualcuno avanza soldi dal Catania? Abbiamo avuto punti di penalizzazione? No, zero. Siamo un’azienda, come tante in Italia, con debiti che stiamo affrontando, ma siamo in piedi.
Qualche volte ritardiamo coi pagamenti, qualche volta sono gli altri a ritardare e a crearci problemi, ma non è facile. Leggiamo di squadre che hanno investito 14 mln di euro per la stagione corrente, mentre noi soltanto 3,5 lordi. Però dobbiamo vincere il campionato…altrimenti è fallimento. Non sono d’accordo.
Siamo andati a giocare a Reggio Calabria e la società amaranto ha incassato 135 mila euro. Noi ne facciamo 8/9/10, massimo 11 mila euro in casa. Non riusciamo a pagare nemmeno l’organizzazione dell’evento. Però dobbiamo andare in serie B…passiamoci una mano sulla coscienza.
Tutti si fanno grandi col Catania, tutti si sentono protagonisti…ma il Catania ha bisogno di altro.
CATANIA – CASERTANA A PORTE CHIUSE
Non riesco a spiegarmi come un capo della sicurezza possa andare su tutti i giornali, media e televisioni e diventare un eroe cittadino. Ha tutto dell’assurdo.
Quando sono ritornato al Catania, ho trovato circa 800 mila euro di debiti provenienti dalla mal gestione della sicurezza, degli stipendi e altro ancora. Non si vergogna chi scrive? Quella decisione l’abbiamo subita, non l’abbiamo creata.
Abbiamo ricevuto le dimissioni dell’azienda per la sicurezza dello stadio solo 3 giorni prima della partita. Nonostante ciò, ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo presentato 37 steward, 20 vigilantes e 20 ausiliari, a fronte di una richiesta della questura di 105 steward, perché partita ad alto rischio…nonostante il divieto di vendita dei biglietti ai residenti nella provincia di Caserta.
Abbiamo contattato i responsabili alla sicurezza di Palermo, Messina, Trapani, Vibo Valentia, Cosenza, Catanzaro, Reggio Calabria e tutti, purtroppo, erano impegnati. Questo a dimostrazione del fatto che la partita la volevamo fare a porte chiuse.
IN MERITO ALLE PAROLE DEL SINDACO DI CATANIA SALVO POGLIESE
Nessuno ha voluto far polemica, ma solo rispondere ad un comunicato che ci è sembrato inopportuno. Abbiamo dato disponibilità d’incontro in ogni momento, ma non potevamo non chiarire determinati punti.
Esistono i modi per dare aiuto al Catania e l’amministrazione comunale lo sa bene. Non ci sono soltanto i 1500 euro + IVA di affitto del Massimino, ma anche i 10.540 euro che paghiamo per la pubblicità. Moltiplicate questi numeri per 10/11 mesi, fatevi i conti.
Senza contare il come ci viene consegnato lo stadio: in condizioni fatiscenti. Solo per le imprese di pulizie ci costa 20/30 mila euro all’anno. Un manto erboso, che noi dobbiamo curare e ricurare per un esborso di 90 mila euro l’anno, sul quale giocano tutti, dalle partite in beneficienza alle amichevoli.
Se le partite si svolgono in notturna, il gasolio lo mette il Catania. Sempre il Catania. Non abbiamo bisogno di politica, ma di aiuto, fattivo, non chiacchiere. Se si rompe un pop-up (idrante) lo compra il Catania, altrimenti nessuno lo fa.
Dopo aver piantato 9000 Kg di seme, se non diamo acqua con i pop-up, il seme si brucia. Da recente, il Catania ha dovuto seminare 2 volte. Il sindaco le sa queste cose? Io credo di sì.
Se io questi 940 mila euro di gestione del campo li avessi messi nel monte debiti, a quest’ora saremmo a 3 mln di euro, non a 4. Quindi, prima di aprirsi la bocca, bisogna esattamente dire le cose come stanno.
SUI TIFOSI
Quelli che si definiscono tali, sono coloro i quali sono diventati protagonisti grazie al Catania, facendo azioni inspiegabili. Gridano:”Speziale Libero”, sapendo che il Catania paga 3/4 mila euro di ammenda a partita. Moltiplicate questo valore per 20/25 partite. Ma loro amano il Catania.
Le contestazioni sono cominciate già da qualche tempo prima di adesso, ma fintantoché sono io l’oggetto della critica, mi sta bene. Però, a tutto c’è un limite.
Ho fatto una riflessione in merito al campo di Gangi. Permettetemi: trovate terreno duro, io ho giocato a Gangi e ho pure allenato lì. Dove si mettevano tutte quelle persone, in una tribuna che, al massimo, ne può ospitare 300? Questo è stato il mio dubbio. Ho toccato la storia del Catania? Se non è questa una perdita di tempo.
Permettetemi se mi inserisco anch’io nella storia del Catania, in fondo, per 15 anni ne ho scritta abbastanza. Sono ritornato qui senza alcun interesse personale, rimettendoci soldi e salute.
Mi sono sempre battuto per i veri tifosi del Catania, quelli che amano a prescindere. Non mi batto per quei pochi che non amano, di certo, la maglia, ma che vanno in giro a combinare guai.
Vi ricordato l’attacco al pullman di professori a Lamezia? Portavano in alto i colori del Catania, gettandolo nella feccia totale. Non sono i tifosi veri quelli, perché non ci rappresentano.
E via con gli insulti sulla mia persona…[…]. E c’é chi li ospita sui giornali. Vergognatevi.
Ho dato tutto per il Catania, come già detto. Ci ho rimesso in soldi e, soprattutto, in salute, tanto da non essere sicuro di vivere un giorno in più. Non vivo più, sempre con l’incessante pensiero di risollevare il Catania.
Chi mi ci portava in serie C? Ho messo sempre da parte gli interessi professionali ed economici. Sono ritornato per tentare di salvare il Catania e, con tante difficoltà e sacrifici, in parte ci siamo riusciti.
Alla luce dei fatti, tuttavia, ho solo un’ultima cosa da dire: mi dimetto ufficialmente da direttore generale del Calcio Catania. Ciononostante, non permetterò che fallisca, fin quando la società non scelga la figura adatta a sostituirmi. Fino a quel momento, resterò sempre a disposizione.
Sono un sanguigno e non riesco a sopportare tutti gli epiteti a mio carico. È davvero troppo.
— FINE PRIMA PARTE —
La seconda, sarà elaborata ed analizzata questa sera, ore 21:00, in diretta streaming con Istinto Rossazzurro – la voce del popolo.
Pietro Santonocito