Ennesima disfatta della squadra rossazzurra in una delle partite più decisive della stagione, se non LA più decisiva. Questa volta un Catania sicuramente più propositivo, con il tridente Keko, Bergessio, Barrientos e i due esterni Monzon e Izco. Nonostante ciò, purtroppo, la squadra di Maran ha dovuto fare i conti con un portiere, promessa del calcio italiano, come Scuffet, capace di neutralizzare le occasioni più nitide capitate sui piedi di Bergessio e compagni.
Un buon primo tempo quello della squadra etnea, con un vivace Keko e un Plasil che si vede respingere la sua conclusione da un attentissimo Scuffet. Portiere friulano che si supera ancora su Plasil e sulla deviazione sotto porta di Bergessio. Udinese spesso e volentieri almeno in 10/11esimi dietro la linea del pallone ad aspettare i rossazzurri nella loro metà campo per colpire in contropiede. L’occasione più clamorosa del primo tempo capita a Totò Di Natale, quando una “ciabattata” di Gyomber gli spalanca un’autostrada davanti ad Andujar che, per ben due volte, ci mette il fisico. Un’altra nitida occasione capita sull’asse Di Natale – Allan – Nico Lopez, vedendo quest’ultimo ciccare paurosamente il pallone a tu per tu con l’estremo difensore rossazzurro.
Secondo tempo che vede il Catania calare fisicamente alle distanze e bianconeri che trovano il gol con il 36enne Di Natale, a conclusione di un magistrale contropiede che vede fuori posizione il solito Monzon e tutta la retroguardia etnea. Il Catania prova a reagire ancora con Monzon (bolide da fuori area), Plasil (conclusione nei presi dell’area piccola) e Lodi (piattone sinistro fuori area), tutti neutralizzati sempre da Scuffet. Ancora brividi per la porta friuliana con Bergessio che spizzica bene di testa, ma vede ancora una volta negarsi la gioia del gol dallo strepitoso estremo difensore friulano. Ultimi minuti di gioco per il forcing rossazzurro, ma la difesa avversaria regge e porta a casa 3 punti che tolgono definitivamente l’Udinese dalla lotta salvezza e condannano sempre più il Catania verso i cadetti… almeno virtualmente.
Di Pietro Santonocito