“Tutta colpa di quel venticciolo malefico!”

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La volpe e l'uva - Fedro

La volpe e l'uva - Fedro

Un giorno una volpe affamata passò accanto a una vigna e vide alcuni bellissimi grappoli d’uva che pendevano da un pergolato.
– Bella quell’uva! – esclamò la volpe e spiccò un balzo per cercare di afferrarla, ma non riuscì a raggiungerla, perché era troppo alta. Saltò ancora e poi ancora e più saltava più le veniva fame.
Quando si accorse che tutti i suoi sforzi non servivano a nulla disse: – Quell’uva non è ancora matura e acerba non mi piace! – E si allontanò dignitosa, ma con la rabbia nel cuore.

Talvolta, le storielle che abbiamo sentito da piccoli calzano proprio a pennello in situazioni o fatti di vita quotidiana. E’ il caso della partita tra Catania e Cosenza, recupero della seconda giornata del campionato di Lega Pro. Ciò che si discerne da uno 0-0 a reti inviolate è molto più di quanto, con superficialità estrema, il cuore innamorato di un tifoso possa carpire.

Primo tempo dove esiste solo una squadra in campo, il Catania. I rossazzurri hanno pallino del gioco e sorti della partita completamente nelle proprie mani e ci provano in più di un’occasione con Russotto, dai cui piedi passano quasi tutte le azioni più pericolose. La squadra di Giorgio Roselli si chiude molto bene e non accenna ad imbastire azioni di attacco significative. Per i primi 45 minuti di gioco il monologo è pressoché lo stesso: palla a Russotto, converge verso il centro, tiro e Perina o la difesa silana che deviano in calcio d’angolo.

Si riparte nella seconda frazione di gioco con lo stesso Catania dei primi trequarti d’ora, ma con i Lupi silani meno attendisti. Inizia bene la formazione di Giuseppe Pancaro, ancora con Russotto e poi col tiro dalla media distanza di Calil che scheggia il palo. Poco dopo è il Cosenza a sfiorare il gol con Raimondi che perfora centrocampo e centrali di difesa scoccando un tiro fortunatamente sventato da Bastianoni in calcio d’angolo. Adesso la partita sembra più equilibrata, anche per il calo fisico degli etnei. Al 61′ succede l’incredibile: Falcone scodella in aria per Calil che, tutto solo a due passi da Perina, appoggia debolmente allo stesso (meravigliato) portiere calabrese. Ma lo show degli errori non finisce qui: minuto 74 Lulli salta in lob Perina, ma la sua lentezza è tale da farsi anticipare da Blondett, non riuscendo a ribadire in rete un pallone che voleva solo essere accompagnato in porta. Rammaricati da queste due occasionissime sprecate così malamente, i rossazzurri rinchiudono i bruzi negli ultimi 25/30 metri, con un Nunzella davvero instancabile e generoso nella fascia sinistra. Gli attacchi sono veementi, ma prima Perina e poi la poca sagacia tecnica non riescono a portare al gol che sarebbe stato il colpo del KO e tre punti certi. Finisce così, 0-0 e Catania che sale a quota due punti in classifica.

Facendo un po’ il resoconto di queste 5 partite giocate sin’ora, la cosa che risalta davvero all’occhio di tutti (sportivi e meno avvezzi alle movimentazioni corporee) è quanto sia diversa la caratura tecnica fra il Catania e le squadre appena affrontate. I rossazzurri, nonostante 2 settimane in meno di preparazione rispetto alle altre partecipanti del torneo, risultano superiori in ogni reparto e fanno paura a chiunque. E’ evidente che le formazioni avversarie, come ha intelligentemente fatto vedere il Cosenza, adotteranno la tattica del “serriamo i ranghi e speriamo che non ci facciano male” per poi sfruttare le ripartenze (davvero poche, a dire la verità, quelle degne di nota da parte delle 5 squadre affrontate). Sarà fondamentale, compito di Mister Pancaro, adottare le giuste contromisure, in modo tale da non lasciare punti persi per strada che potrebbero costare cari a fine stagione.

Guardando la partita da “persone di sport” e non da tifosi, proprio per la premessa fatta poc’anzi, si deve parlare di TUTTO FUORCHE’ DI SFORTUNA. Quando una squadra, nettamente superiore all’avversario, non riesce a buttarla dentro mancando due clamorose occasioni…non si parla di sfortuna…ma di errori, in questo caso di tipo palesemente T-E-C-N-I-C-O“Tutta colpa di quel venticciolo malefico!”, dicono le volpi fedriane di quei giornalisti (tifosi) che tanto stimiamo ed amiamo da tempo. Questo non lo si può dire! Si fa disinformazione e si lancia un messaggio distorto al tifoso, il quale si sentirà di dire e pensare la stessa cosa “per stima di chi dal quale lo ha sentito”.

In secondo luogo, partita letta male da parte di Pancaro (che apprezziamo per il lavoro fatto sin’ora) perché non si riesce a capire il turn-over da lui impiegato. Uno su tutti l’impiego di Ferrario, ancora improponibile, che si infortuna obbligando al terzo cambio, magari, utile a far entrare qualcun altro (un Plasmati in più ad allargare le maglie, ad esempio?). In aggiunta a questo discorso, le incognite Bacchetti e Bastrini, altra coppia di centrali accomodati in panchina ma non calcolati assolutamente dal mister ex Milan e Lazio. Domanda: “Sono davvero in condizioni peggiori di Ferrario da non poterlo sostituire e preferir loro Pelagatti? Chi lo sa.

Con questo non vogliamo addossare la croce a nessuno, perché siamo contenti dell’inizio stagione di questo Catania, ma le partite vanno viste una per una dimenticandoci delle precedenti. Mercoledì non è stato il miglior Catania senza ombra di dubbio, ma bisogna esser persone oneste intellettualmente e cercare di non dare troppe pacche sulle spalle ai giocatori…perché non metteranno più il cuore oltre l’ostacolo…

…non si può sapere mai…con troppi venticcioli si prendano pure il raffreddorino.

Le pagelle:

CATANIA 4-3-3:
Bastianoni 6; Garufo 6, Nunzella 7, Bergamelli 6, Ferrario 5 (66′ Pelagatti 6); Agazzi 6, Russo 5,5 ( 53’Scarsella 5), Lulli 5; Calil 4,5, Falcone 6 (64′ Calderini 6), Russotto 6,5;
A DISPOSIZIONE: Ficara, Parisi, Musacci, Bacchetti, Pelagatti, Di Grazia, Scarsella, Castiglia, Bastrini, Barisic, Plasmati, Calderini;
ALLENATORE: Pancaro 5

di Pietro Santonocito

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