Ternana – Catania finita 3 – 2. Poche le cose positive e parecchi sbagli per i rossazzurri. Adesso, umbri a +7.
Nel primo tempo il Catania viene preso d’assalto per circa 15 minuti, finché una bella giocata di Calapai porta Mazzarani a segnare il gol del provvisorio vantaggio al 16′.
Tutto regolare fino al 31′, quando il Furlan rosso-verde la mette in mezzo, ma a prenderla è Mbende, che la indirizza in porta, eludendo l’intervento dell’ omonimo Furlan etneo.
Nel secondo tempo le Fere partono al massimo e dopo appena tre minuti Partipilo affonda sulla destra, crossando rasoterra per Paghera che incrocia e insacca.
Quattro minuti dopo, sugli sviluppi di un corner di Mammarella, un povero Biondi si ritrova nel posto sbagliato al momento sbagliato, a seguito dello spintone dell’ex Bergamelli: il pallone gli carambola addosso e finisce in rete: 3-1.
La reazione del Catania arriva in maniera tardiva, con Di Piazza che, prima, incrocia di testa con Iannarilli a mano aperta, e poi raccoglie, ancora di testa, un cross al bacio di Maks Barisic, rimettendo in discussione la partita: 3-2.
Nei minuti finali il nervosismo la fa da padrone, ma, a parte alcune ammonizioni e l’espulsione di Palumbo, non succede più nulla di interessante.
TOP
MAZZARANI. Riesce a giocare tra le linee avversarie, innervosendo Palumbo & Co. che, spesso, sono costretti a ricorrere al fallo. Il gol ne è l’esempio: non di facile esecuzione, considerando il tiro in corsa. Peccato che la sua tenuta atletica non vada oltre i 60 minuti. ARCIERE… DA LONTANO.
DI PIAZZA. Più che un top della gara, una citazione al merito. Inizia la sua partita dopo un’ora di gioco andando vicino al gol una prima volta (miracolo di Iannarilli) e capitalizzando la seconda. TENACE.
FLOP
DIFESA. Non è ormai un mistero che la difesa sia il punto debole di questa squadra. Non basta solo l’approccio sbagliato, ma anche la scarsa concentrazione nei calci da fermo, dove marcature più che “allegre” hanno causato ben due autogol. Insomma, non si chiede di pareggiare i conti in rapidità, ma almeno di sfruttare quei tanti centimetri per prenderla di testa. TALLONE DI ACHILLE.
Giuditta Agata Leotta