Il fanalino di coda Catania si gioca il tutto per tutto in casa col Torino,o almeno così dovrebbe fare per dimostrare di credere ancora in una salvezza insperata,ma ancora a portata di punti.Ansia tremenda,cuore in gola,odore di retrocessione.Inizia la partita e sembra che questa volta sia quella giusta,pare che finalmente i rossazzurri ci credano davvero.Gonzalo Bergessio infatti sfrutta un passaggio fortunoso di Barrientos e mette la palla alle spalle di Padelli solamente al secondo minuto.Lo stadio esplode,il Catania c’è ancora! Poi però subentra la paura.La fragilità psicologica prima e lo scarso spirito di sacrificio poi,hanno la meglio sul coraggio di combattere e sulla fame di conquistare tre punti vitali.Passano i minuti ed i padroni di casa sono sempre più schiacciati nella propria metà campo,lasciando spazi e metri al Torino che però non punge mai facendo per lo più possesso palla.Eppure sembra che stavolta la sorte sia dalla tua parte quando vedi che arriva il settantottesimo minuto e sei ancora in vantaggio per uno a zero.Ma proprio in quel momento accade qualcosa.El Kaddouri prende palla sulla destra,avanza a grandi falcate,mette la palla in mezzo per Farnerud che trafigge Andujar per il gol dell’1-1.I tifosi sugli spalti devono abbandonare l’illusione di vincere e di continuare a credere nella salvezza,illusione che poi diventa tragica realtà quattro minuti dopo quando Ciro Immobile mette a segno la sua diciottesima realizzazione di questo campionato.Catania-Torino 1-2 e non si capisce neanche come sia potuto accadere.All’interno dello stadio torna a sentirsi quell’aria irrespirabile che quest’anno ha caratterizzato quasi tutte le partite del Catania.Inizia la contestazione da parte dei tifosi,la curva canta cori di protesta e si sentono solo parole di un amore che viene sempre più preso a calci dagli eventi di questa stagione fallimentare.La partita finisce e bisogna tornare a casa vuoti e depressi,senza neanche quella piccola speranza che un vero tifoso non perde mai.
C’è un episodio che va menzionato a parte in modo da sottolinearne l’importanza.Quando il Catania è ancora in vantaggio infatti,Maran sostituisce Barrientos per Castro.Il numero 28 va dritto negli spogliatoi a farsi la doccia,non curante di stare lì sul campo a soffrire coi propri compagni fino all’ultimo secondo in una partita così importante.Questo è l’emblema di qualcosa che non funziona più da tanto tempo,è in questo frangente che si comprende che questa squadra non è mai stata veramente unita.Servono a poco le letterine di Capitan Izco e compagni quando quello che si vede in campo è solo poca appartenenza e poca voglia di salvarsi.I tifosi ormai attendono il verdetto che il Catania merita di avere per questo ultimo campionato in Serie A.Non importano più le parole degli addetti ai lavori: dovevano essere le gambe di questi ragazzi a produrre fatti concreti,ma così non è stato.
L’unico pensiero che viene in mente adesso è il gol di Umberto del Core in quel caldo pomeriggio del 28 Maggio 2006.Da lì iniziò la favola Catania,destinata a diventare un sogno fatto di concretezza e solide realtà,per poi concludersi col peggiore dei finali.Stavolta è davvero finitA…
Di Federico Fasone