Nella steppa dell’Angelino Nobile, fra le fresche frasche e le “frenate della macchina” sul terreno agricolo, un Catania col freno a mano viene stoppato dal palo e dagli uomini di Diana. Sicula Leonzio – Catania 0-0…quando tutto non è più calcio!
Sicula Leonzio – Catania 0-0. Ricordi pieni di giubilo e spensieratezza, i miei. Non ero altro che un piccolo me che scorazzava nel cuttigghio dei salesiani, accrescendo le mie convinzioni di divenire un Nesta o un Cannavaro della situazione ad ogni “innocente” calcionata sul campanile o “sciabolata morbida” al cecchinaggio della fauna metropolitana.
Be’, sì, perché, se ero sfortunato, la palla finiva in strada e chissà dove si andava a ficcare! Bisognava andarla a prendere e non sapevi mai quale arto avresti dovuto mettere a repentaglio per sollecitare anche il minimo movimento utile al fine di acciuffare quella beneamata pseudo-sfera, riluttante all’idea di essere, ancora una volta, calciata da te.
Se eri fortunato, invece, trovavi il “signoreee!” che, dall’alto della sua grande tecnica sprecata, ma dal basso, rispetto alla nostra prospettiva, dal selciato del viale Mario Rapisardi (che nulla ha da invidiare all’Angelino Nobile di Lentini) riusciva a calciare una pallonata tale da superare la recinzione dell’oratorio e fungere da assist al mio compagno, lesto nel sfruttare il momento propizio per andare in porta a fare gol.
Ma che ne sanno Aya, Bogdan e Blondett dei miei lanci lunghi millimetrici per la testa di Don M. (non è abbreviativo di una bevanda al chiosco), con tanto di “effetto a girare” che rimanevano, come sponsor, sulla sua fronte. Eppure, non lesinava un sorriso, a 32-28 denti, come per dire:”Stai tranquillo che te lo scoppio questo pallone”. E non scherzava…ahimè!
D’altronde, le nostre trasferte più sfacchinanti erano alle “Salette” o a “San Filippo Neri”, “rivali” dei primi e “gemellati” coi secondi. In quelle occasioni veniva fuori il Lodi che c’era in me, grazie alla mia grande maestria nel passaggio di “puntazza” e le mie punizioni indirizzate all’incrocio dei pali…del refettorio.
Portavo all’esaurimento nervoso tutte le figure religiose del panorama oratoriale calcistico catanese, tanto da costringerli, subito dopo le loro esternazioni nei miei confronti, a spogliarsi delle vesti ecclesiastiche che ricoprivano. Cercavano di insegnarmi che nel calcio, come nella vita, si deve porgere l’altra guancia. Tzz!
“Non ni mangia mancu a broru!”, dicevano di me. Ma, in fin dei conti, non pretendevo mica di giocare agli Sportitalia! Mi sarebbe bastato anche un Angelino Nobile…del resto.
Tuttavia, il teatro di ieri sera a Lentini non era per nulla diverso da quelli dove ho adagiato i miei tacchetti. Tutto, dal terreno alla prestazione delle due squadre, ha smosso le mie cellule, invidiose di non aver avuto la possibilità di annusare le brezza di quel terreno agricolo.
Questa partita mi apparteneva nell’animo. Dovevo essere io a sbagliare quella quantità industriale di passaggi a 2 metri, le diagonali e a stendere Arcidiacono in volata solitaria sulla fascia! Spettava a me impostare l’azione dalle retrovie, in modo da mirare quei furbetti della tribuna VIP appollaiati al quinto piano. Ahhh quanto avrei goduto a pigliarli in faccia! Don M. se la riderebbe sotto i baffi…
Certo, non sarei stato sicuramente capace a prendere quel palo, come ha fatto Ripa all’88’. Parliamo di giocate da alta scuola calcistica, di certo non paragonabili ai miei pali della luce rotti maldestramente. Le svirgolate di Bogdan e Curiale sotto porta, con fischio di sottofondo, sono sicuramente più adatte al mio bagaglio tecnico.
Un particolare, tuttavia, non fa bene al mondo del calcio di oratorio: aldilà di quanto scadente fosse stata la nostra prestazione, nessuno, compreso il nostro parroco-mister dell’ultimo secondo, si permetteva di giustificare il risultato dando la colpa al campo. Per noi, le mattonelle erano erba vera e le ginocchia sbucciate erano il bottino di guerra.
Un attimo per guardarsi allo specchio, uno per riflettere e uno in più per stare zitti…per evitare di porgere sempre l’altra guancia. Con immensa devozione e riverenza…a chi, di calcio, non ne capirà mai nulla (non ni mangia mancu a Brodic).
Le pagelle:
Sicula Leonzio (4-3-3) – voto 5: Narciso; De Rossi, Aquilanti, Camilleri, Squillace; Esposito, Davì, D’Angelo; Bollino (Gammone 74′), Lescano (Foggia 66′), Arcidiacono (Russo 74′). A disp: Ciotti, Pollace, Monteleone, De Felice, Petermann, Cozza, Granata. All: Diana A.
Catania (4-3-3): Pisseri 6; Aya 6, Bogdan 6, Blondett 6, Marchese 4,5; Mazzarani 5 (Rizzo 70′ 5,5), Lodi 3, Biagianti 7 (Bucolo 70′ 8); Barisic 6 (Brodic 81′ 5,5), Curiale 5 (Ripa 81′ 5,5), Manneh 6 (Di Grazia 62′ 5,5). A disp: Martinez, Semenzato, Tedeschi, Esposito, Fornito. All: Lucarelli C. 2.
Arbitro: Volpi della sezione di Arezzo – voto 5.
Marcatori:
Ammoniti: Bollino, Camilleri, Narciso; Mazzarani, Bogdan.
Espulsi: Lodi.
Pietro Santonocito
fonte foto: www.mondosportivo.it