Disfatta inaspettata allo stadio XXI Settembre Franco-Salerno di Matera del Catania di Lucarelli, fra “se” e “ma” che non giustificano i “segnali di resa” nel finale. Un rumore sordo gela il cuore e la mente, a causa di un silenzio stampa che, col senno di poi, saggiamente cerca onore, fra le mille e più minchiate che le nostre ingenue orecchie hanno dovuto ascoltare in questa stagione. Matera – Catania 2-1.
Rumore sordo. Mentre scorazzavano, indomabili e ancor più vane, le parole di chi costruiva castelli di aria e raggirava sé stesso, consapevole che l’Olimpo degli dei si raggiunge mettendo un piede sopra i 20.000 innamorati col cuore spalancato, un obiettivo c’era da preservare e mettere al sicuro: il secondo posto.
Per qualcuno è tutto, per qualcun altro è niente, fatto sta che era nostro, a 3 lunghezze di margine. Si possono perdere partite, campionati e mondiali di calcio, ma un harakiri di questo genere non è comprensibile nemmeno al più scafato professionista sportivo.
Ancor più per il bel campionato giocato sin’ora: record di vittorie esterne, Curiale capocannoniere e difesa rossazzurra che, per lunghi tratti del torneo, era stata battezzata come la migliore d’Italia, come numero di gol presi. Presupposti importanti, a cui si DEVE dare un seguito diverso da quello che il campo suggerisce.
Eh sì, perché oramai è nata la moda dei verbi modali: volere o dovere? Questo è il problema. Si tira in ballo, opportunamente e con un certo “patos finanziario”, il concetto di DOVER VINCERE IL CAMPIONATO mettendolo a paragone con il VOLER VINCERE IL CAMPIONATO, come se il calcio non fosse uno sport dove, di norma (e vien da ridere con sarcasmo), nessuno partecipa per perdere.
Conferma questa tesi il Matera, squadra partita con ben altre ambizioni che, a causa di problemi societari, ha dovuto abbandonare i sogni di gloria. Eppure ha meritato di vincere una partita che non aveva storia per i lucani, se non per la gloria personale e per arraffare qualche “contratto della vita”.
Gli episodi a sfavore non si contano più e, di certo, hanno rappresentato un handicap importante, quantificabile in qualche punto in più. Tuttavia, l’episodio del gol annullato, per quanto figlio di malsani pensieri del tifoso catanese (pugno aperto del difensore materano alla ricerca del pallone), è avvenuto al 8’…non al 90′.
Per quanto scellerata fosse stata l’interpretazione del guardalinee (che vede un fuorigioco smentito dallo stesso arbitro che non fischia), una squadra che VUOLE andare in serie B non si scompone, non si innervosisce più del necessario e non permette a Di Livio Lorenzo, classe ’97 e figlio d’arte, di ribadire in rete tutto solo, dopo aver preso la traversa pochi minuti fa.
Si dice che sbagliare è umano…ma perseverare è diabolico. Ebbene, questa squadra cade sempre nello stesso errore da una stagione intera e pecca al momento di aprire il 100° cancello. Evidentemente manca di maturità. Evidentemente, Lucarelli non ha ben attenzionato questo aspetto o non ha saputo mettere una pezza.
Ah già…Lucarelli e i suoi cambi “cervellotici”. È chiaro che, se Semenzato avesse segnato in mezza rovesciata ci saremmo congratulati con il tecnico livornese per averlo messo in campo. Ma, aldilà delle più fantascientifiche previsioni, possiamo dire con certezza che questo giocatore non è capace di questi gesti tecnici risolutori, né di altre gesta in grado di risolvere la partita.
Ciononostante, non ci sembra nemmeno opportuno prendersela col tecnico, chiaramente shockato dai 20.000 del Massimino di lunedì scorso. VOGLIAMO CONOSCERE LE INTENZIONI DI QUESTA SOCIETA’ E DELLO STAFF TECNICO, COMPRESO IL PARCO GIOCATORI. AVETE, VERAMENTE, LE INTENZIONI DI ANDARE IN B?
Da quello che si è visto negli ultimi 15 minuti della gara di Matera, con vistose bandiere bianche sventolate allegoricamente dalla maggioranza degli “indossatori della maglia rossazzurra”, pare proprio che si sia arrivato al capolinea. Eppure c’è un altro campionato da disputare, ovvero i play-off, dove tutto si azzera (punti, torti arbitrali ed errori personali).
Esiste un altro verbo modale che Lo Monaco e i suoi discorsi di budget stanno ignorando maledettamente: potere. Tutti lo bramano e non è per niente vero che volere è potere. Il pubblico non può scendere in campo e fare gol. Può sostenere, incitare, trasferire emozioni (positive o negative), ma non può decidere le sorti di un match.
Poter fare qualcosa è sinonimo di libertà e, per ottenerla, tanta gente in passato è anche morta…lottando sino all’ultimo. Il volerla fare è un passo successivo, sul quale subentrano le intenzioni soggettive dell’individuo nel raggiungere l’obiettivo, una volta conquistata la possibilità di riuscire nell’impresa.
Nessuno ha il dovere di vincere, neanche di fronte ad una precarietà economica. Non si può obbligare una squadra a vincere una partita, perché ci sono anche gli avversari che non hanno il dovere di perdere. Si sbaglia e si è incapaci, si vince e si diventa campioni. Questo è il bello del calcio e se diventasse tutto un “dovere” si perderebbe il piacere della sorpresa, quella grande fata dai capelli sbarazzini che ti dà la possibilità di giocartela anche contro chi, proprio, non avresti speranza.
Tutt’altro discorso è se, pur avendo la possibilità, non si vuole vincere. Altro discorso ancora se si pensa che non bisogna lottare, sacrificarsi e sputare l’anima in campo per volere la serie B. A quel punto, sarebbe sintomo di maturità dire espressamente che si vuole pensare alla prossima stagione, piuttosto che alimentare nel tifoso che paga il biglietto la speranza di andare a vedere gente che lotta.
Quali erano quelle sacrosante parole? “C’è chi vuole e chi deve? Noi vogliamo, ma non dobbiamo”. Noi la sappiamo diversamente:“C’è chi può e chi non può…Il Catania può…ma lo vuole veramente?”
Le pagelle
MATERA (3-4-3) – voto 6: Golubovic; Scognamillo, De Franco, Di Sabatino; Sernicola, Maimone, De Falco (dal 54′ Dugandzic), Casoli; Di Livio, Sartore (dal 67′ Salandria), Tiscione (dal 59′ Mattera). A disposizione: Tonti, Mittica, Buschiazzo, Gigli, Cedric , Dellino. All. Auteri.
CATANIA (4-3-3): Pisseri 7; Esposito 5 (dal 58′ Semenzato 5), Aya 5,5, Bogdan 5, Porcino 5,5; Rizzo 5 (dal 58′ Mazzarani 5), Bucolo 5 (dal 71′ Fornito 5), Biagianti 6 (dal 83′ Barisic sv); Russotto 6,5, Curiale 5, Di Grazia 4,5 (dal 71′ Manneh 5,5). Martinez, Tedeschi, Marchese, Blondett, Ripa, Brodic. All. Lucarelli.
RETI – Di Livio al 43′ (M), RUSSOTTO al 50′ (C), SERNICOLA (M).
AMMONITI: Russotto (C), AYA (C), SERNICOLA (M), GOLUBOVIC (M).
ESPULSI: – nessuno
RECUPERO – 1′, 5′
Pietro Santonocito
fonte foto: newscatania.com