Potenza 1-1 Catania:”Poteva andare peggio” (cit.)

0
Potenza 1-1 Catania: play-off di serie C 2018/19 - 19/05/2019

Nella prima fase nazionale dei play-off di serie C 2018/19 i rossazzurri impattano in un pareggio al Viviani di Potenza. Buon risultato, ma resta al rammarica per quello che poteva essere…e, per l’ennesima volta in questa stagione…non è stato. Potenza 1-1 Catania.

Potenza 1-1 Catania. Lamentarsi, ma a fatica. Gioire, ma a metà. Ci sono regole che nel calcio non possono essere definite in maniera univoca, perché ne usciremmo sconfitti in partenza. Giacché ci siamo, vale la pena vivere in questo limbo di controllata pazzia, dato che non si capisce dove finisce l’essere e dove inizia il “non” essere.

Semplice a dirsi, meno a farsi. A conti fatti, giustizia impone una magra consolazione da quel risultato finale, in essere e non in avere, quantomai figlio fidato di quel che “sarà” al Massimino mercoledì sera alle ore 20:30.

Al cospetto della realtà tutti i discorsi diventano profani. È sacro il verdetto del campo, unico e inappellabile, al quale anche Maestra Giustizia si china e porge rispetto. Mai devozione, mai rassegnazione, mai discordia.

Solo un acre reflusso gastrico: quello del 90esimo e più. Non è chiaro a priori, ma se ci avessimo pensato prima, se avessimo potuto, se ci fosse stata maggior prevenzione..(Al lettore libero arbitrio nel finire la frase).

“Cara/o signora/e, suo figlio/a è bravo/a, ma…”

Esempio, scolastico nell’essenza e nei modi, quello di un/a padre/madre che va all’incontro scuola-famiglia a sentire (o a leggere) i giudizi del proprio figlio/a.

La frase celeberrima del professore di matematica più antipatico del mondo (ma, probabilmente, anche il più onesto) che esprime il suo parere su tuo figlio/a:”Ha delle enormi potenzialità, ma si impegna poco, è svogliato…si siddia macari a campari va (nella massima espressione di schiettezza siculo-didattica”.

Diametralmente opposta a quella della professoressa di materie umanistico/letterarie, il cui giudizio è:”Diciamo che non è male il componimento…poteva andare peggio”. Forma “eterea” di chi crede di sapere quanto vali e si aspettava decisamente meno di quanto mostrato alla sua divin’ attenzione.

L’unione delle due affermazioni restituisce un insieme nullo (in pieno stile insiemistico). D’altronde, in onore della S.D.O.I (Santissima Defraudata Onestà Intellettuale):

  • Se il Catania ha fatto bene, ma non si è impegnato abbastanza per ottenere la vittoria finale, significa che ha reso meno di quanto potrebbe in valore assoluto. Questo rappresenta un suo demerito e non un merito del Potenza.
  • Se, invece, il pareggio è un ottimo risultatoperché poteva andare peggio, significa che:
    • A) Il Potenza ci ha preso a pallonate;
    • B) Il Catania ha rimontato una partita complicatissima dall’1-0 all’1-1, in extremis e per rotto della cuffia;
    • C) Potevamo prendere anche il secondo gol e, per questa ragione, dobbiamo ringraziare il cielo.

In questo contesto, nessuno ha giurisdizione. Possiamo creare tutte le più fantasiose visioni della realtà, al fine di assecondare il nostro io più nascosto…nessuno vi porrà un freno.

Se, invece, lasciamo da parte lo spirito “protettivo”, tipico delle famiglie siciliane che amano, tra le altre cose, viziare il proprio figlio alleggerendo la realtà di molto, possiamo accorgerci di qualche aspetto in più.

Poteva andare peggio?

Certo e poteva anche andare meglio. Poteva accadere che l’arbitro Francesco Meraviglia di Pistoia giudicasse come “fallo da rigore” il mancato calcio al pallone di Calapai, reo di aver temporeggiato anche troppo su un pallone che andava lanciato sulla luna almeno due rimbalzi prima.

Poteva succedere che, sempre lo stesso signor Francesco Meraviglia di Pistoia, decretasse il rigore su un più che sospetto contatto su Curiale al minuto ’82. In quel caso, la classe di Lodi dal dischetto sarebbe servita e non avremmo potuto criticare Sottil per averlo messo in campo.

Poteva succedere, altresì, che lo stesso Curiale segnasse, anziché spedire il pallone addosso all’estremo difensore potentino. Quel 2-0 avrebbe chiuso la partita e archiviato, quasi sicuramente, la contesa sul passaggio del turno che, mercoledì al Massimino, sarebbe stata solo una “formalità”.

Come si dice in questi casi, “con i se e con i ma la storia non si fa”. Tuttavia, per poter dire di essere ottimisti per la gara di dopodomani, dobbiamo cercare di metterci d’accordo su un punto fondamentale.

Facciamo la pace con noi stessi: chi, fra le due compagini, ha avuto il “controllo della partita”?

Un termine, spesso, rievocato da coloro i quali vogliono suggerire la “potenza” (non la squadra, intesi) o l’impotenza di una della delle due squadre nel match.

Opinioni a parte, se c’é stata una squadra che ha avuto il controllo della partita, quindi degli eventi e dell’inerzia del match, essa è il Catania. Il Potenza non ha mai creato seri problemi a Pisseri, se non su rimpalli e tiracci dalla distanza, quindi, non poteva cambiare le sorti del match solo con le sue forze.

Grazie al Catania e per suo demerito, incapace di alzare il proprio baricentro in uscita da un disimpegno o da un calcio d’angolo, il Potenza ha corroso le difese etnee fino a quando non è riuscita a penetrarle definitivamente e ad acciuffare il meritato pareggio.

ATTENZIONE: abbiamo detto “meritato pareggio” e non “merito del Potenza”. La sottile, quanto colossale, differenza suggerisce una grande verità: il risultato è giusto nella misura in cui, grandi, sono stati i demeriti del Catania.

Il merito “di crederci”, da parte della squadra rossoblu, non può essere un merito, dato che gli stimoli nei play-off di serie C dovrebbe venire da sé. Sarebbe assurdo il contrario.

Al Massimino…

Con queste premesse si va al Massimino, mercoledì ore 20:30, per non rievocare perle di saggezze per le quali “un pareggio in casa è sempre un buon risultato” (metto il dito nella piaga volutamente e per suonare l’allerta).

Solo una grande prestazione, con meriti e senza demeriti, potrà legittimare il passaggio del turno che, altrimenti, non avverrebbe mai per una “Caiata” della compagine potentina.

L’augurio più grande che possiamo fare alla squadra di Sottil è quello di non dover rimpiangere alcune dubbie scelte della ripresa del Viviani, certi che sbagliare è umano…ma perseverare…è diabolico.

Le pagelle

POTENZA (3-4-3) – voto 6,5: Ioime; Sales, Sepe, Émerson; Coppola (all’87’ Di Somma), Dettori, Matera (dal 46′ Genchi), Panico; Lescano (dal 67′ França), Guaita (all’88’ Terracino), Ricci (Longo dal 46′).
In panchina: Breza, Mazzoleni, Giosa, Matino, Coccia, Di Modugno, Piccinni, Di Somma, França, Genchi, Terracino, Longo. All.: Raffaele.

CATANIA (4-3-1-2): Pisseri 7; Calapai 5, Aya 6,5, Silvestri 6, Marchese 7 (al 57′ Baraye 5,5); Rizzo 5,5, Biagianti 6, Bucolo 6,5 (Lodi al 57′ 5,5); Sarno 7 (dal 65′ Brodic 5); Di Piazza 7 (dal 57′ Esposito 5,5), Marotta 6 (dal 78′ Curiale 5,5).
In panchina: Bardini, Lovric, Esposito, Baraye, Valeau, Angiulli, Carriero, Lodi, Llama, Manneh, Curiale, Brodic. All.: Sottil 4,5

ARBITRO: Francesco Meraviglia di Pistoia – voto 5,5.

ASSISTENTI: Dario Garzelli di Livorno e Fabio Pappagallo di Molfetta – voto 5,5.

QUARTO UOMO: Alessandro Meleleo di Casarano

AMMONITI: Calapai al 41′, Sales e Dettori all’80’

ESPULSI:

RECUPERO: 1′ pt; 7′ st

SQUALIFICATI:

DIFFIDATI: Guaita e Piccinni; Curiale e Sarno

Pietro Santonocito

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.