Plasmati e Baronizzati…

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Cosenza 1-1 Catania

Cosenza 1-1 Catania

Plasmati e Baronizzati…

Terzo pareggio consecutivo e punto guadagnato per i rossazzurri, che allo Stadio Comunale San Vito Gigi Marulla riescono a salvare il risultato…e la faccia.

Parliamo di una partita fra due squadre con umori totalmente diversi: il Cosenza, in piena zona play-off, sulle ali dell’entusiasmo per i 7 punti nelle ultime tre partite che l’hanno proiettata al quarto posto in graduatoria (attualmente in compagnia del Lecce); Il Catania che, dopo la vittoria in casa contro la Paganese, ha inaugurato il nuovo anno con due pareggi a reti inviolate (adesso tre e primo gol nel 2016) evidenziando carenze preoccupanti a livello realizzativo.

Parliamo di una squadra, quella etnea, che doveva rinunciare all’estro di Andrea Russotto, a 50 giorni dalla completa guarigione dall’infortunio alla spalla e con Bergamelli e Calderini a mezzo servizio. La soluzione migliore per il discusso tecnico rossazzurro Giuseppe Pancaro è stata quella di schierare ugualmente Bergamelli (sostituendolo ad inizio secondo tempo e, di fatto, bruciando un cambio), impiegando i due player-bassi insieme Musacci ed Agazzi e “mascherando” un potenziale 4-4-2 in un 4-3-3 “amorfo” con Falcone a far da pendolo tra centrocampo e attacco.

Qualche dubbio rimaneva, ma la prima mezz’ora di gioco narrava di due squadre che se la giocavano a viso aperto, con Liverani decisivo in due occasioni almeno e con Falcone, impreciso, ma vicino al gol in altrettante situazioni. Poi, calano entrambe e si va al riposo sperando di non rivedere la stessa squadra di Andria: debole, fragile e senza mordente al ritorno nel rettangolo verde.

E qui ci sbagliavamo! Poveri figli di un’illusione tanto mistica quanto surreale… Il Catania, torna in campo…ma per trascorrere un paio di minuti a giochicchiare (vedasi Monopoli) senza costrutto. Ovviamente, atteggiamento dettato anche dalla diversa disposizione tattica dei lupi calabresi che, conoscendo ormai a memoria il modo di giocare degli uomini di Pancaro, hanno emulato il Monopoli, arroccandosi in almeno 10 effettivi dietro la linea del pallone, rischiando meno del primo tempo e aspettando il momento propizio per colpire in contropiede. Toh! Non ci avremmo giurato mai… XD

Grande la prova del lusso Calil…dai, non ci avrete mica creduto! La prestazione del fuoriclasse brasiliano è riassumibile solo nella conclusione al minuto 57, ove il pallone, colpito senza convinzione né cattiveria, va a sbattere addosso all’inconsapevole Perina, che saluta e ringrazia. E’ vero quando si dice:”Di una rosa devi accettare sia il profumo dei petali che le pungenti spine”…sì, vero, soprattutto se sei un lusso di spina.

D’altronde, i guai non li puoi sempre prevedere a priori, ma neanche stare inerme, cementato, condizionato dal blasone del fatto che ti chiami Catania e che, prima o poi, la butterai dentro. Presunzione all’ennesima potenza. Al minuto 58, svarione di Ferrario (subentrato al posto del Bergamelli a mezzo servizio) sfruttato da Vutov che si invola verso la porta difesa da Liverani. Al suo inseguimento va Pelagatti che atterra la punta rossoblù, facendosi espellere e offrendo la possibilità del tiro dagli 11 metri. Dal dischetto lo stesso Vutov firma il vantaggio dei locali…gara in salita.

Da lì a poco, il nulla. Una reazione, un accenno di rivalsa…niente. Cominciano a fioccare gli errori, per fortuna non sfruttati dagli avversari. Tutto questo fino al minuto 85, dove Calil accetta a malincuore di trasformarsi in uomo-assist, difende e serve Plasmati il quale, con una staffilata di contro-balzo, trafigge Perina. Circa 20 secondi dopo l’assistente di linea, irrigidito dal freddo, pensa bene di sgranchirsi le braccia alzando la bandierina in aria. Questo gesto di primario bisogno fisico viene frainteso dai giocatori rossoblù, che pensano sia dovuto all’annullamento del gol e accorrono protestando in massa all’indirizzo del suddetto assistente infreddolito, rievocando un déjà-vu dai colori a strisce zebrate. Peccato per loro, perché Baroni di Firenze decide di protrarre il petto in fuori scongiurando il grande  malinteso venutosi a creare (e regalando una barretta energetica al cioccolato “ammucciuni” al caro collega inghiacciolito): gol convalidato, festeggiano i 100 e più impavidi tifosi catanesi che barriscono festanti.

Ci voleva un gol di questo genere, eh? Decisamente, perché i rossazzurri riacquistano vigore e forza di volontà, andandosi a riversare tutti sul fronte di attacco per tentare il colpaccio. E ci sarebbero anche riusciti, se al 90′, dopo l’espulsione di Tedeschi e parità numerica ristabilita, sul susseguente calcio di punizione, Calil e Di Cecco non si ostacolassero al momento di concludere di testa in porta, col pallone che arriva lemme lemme tra le braccia dell’estremo difensore silano. Ultima occasione, ultimo soffio di speranza e Catania che torna a casa con la consapevolezza del “punto guadagnato” e non dei “due punti persi”.

Che magra consolazione… Sta di fatto che se lo yogurtino di Cosenza è un po’ meno acido, sarà perché siamo stati, rudemente e concretamente, Plasmati e Baronizzati…alla perfezione.

Le pagelle:

CATANIA (4-3-3): Liverani 7,5; Garufo 5,5, Pelagatti 4,5, Bergamelli 6 (dal 46′ Ferrario 5), Nunzella 5,5; Agazzi 5,5, Musacci 5 (dal 62′ Bastrini 6), Di Cecco 6,5; Calil 5, Plasmati 7, Falcone 6 (dal 78′ Calderini 5,5). All. Pancaro 5.

di Pietro Santonocito

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