Modalità Catania: Stato Di Grazia attivato

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È sempre così. Sei in procinto di arrivare a perdere tutto, anche l’ultimo centesimo in tasca e ti passa per la testa di prendere un gratta e vinci… Ti avvicini all’agognata tabaccheria, timidamente prima compri delle mentine, così da eludere la sfortuna (a modo tuo, scaramanticamente) e poi vai di petto in fuori a beccar fortuna. Tremano le mani, non sai come caspita grattare la superficie di quel biglietto (anche se hai 679 mazzi di chiavi) e finisci per usare il tuo pollice… Mannaggia a te! E poiiiiiiiiiiiii… HAI VINTO 20.000 EURO! E l’urlo lo trattieni in gola perché siamo sempre a Catania…

Un po’ come quel laureato che cerca invano un lavoro degno dei sacrifici compiuti in 5 e più anni di non-vita sociale. Sempre porte in faccia, “ti farò sapere” espulsi da bocche infami e malsane, fin quando raggiungi il fondo e decidi di darti all’autoproduzione di funghi da muffa, coltivati nelle piantagioni del tuo divano, a furia di sudore, autocommiserazione e voglia di “farla finita”. Quando, tutto ad un tratto, in una maniera che dire annoiata è un eufemismo, ti capita su Facebook quell’annuncio che aspetti da tutta una vita:”ELECTRONIC ENGINEER SEARCHING NOW! Mandi quel curriculum e… Dopo due giorni vieni convocato in Germania per il colloquio! All’improvviso ti viene la voglia di alzarti da quel sudicio divano, chiami i tuoi amici e… Offro io a tutti! Inviti anche qualche tua ex piccante, che ti aveva lasciato perché non la venivi a prendere con una Ferrari, ma con la ruspante Panda 1000 fire. E poiiiiiiiiiiiii… Carusi, vi ho voluto bene, ma parto in Germania per un colloquio di lavoro.

Sliding doors: la vita è fatta di porte. C’é chi le oltrepassa e chi no. C’é chi può e chi non può, chi non vuole e dice che la porta è troppo piccola e ha bisogno della fiala rimpicciolente di Alice nel paese delle meraviglie, per varcarla. Tutti viviamo, proprio in quell’istante, uno status di limite, ove un minimo spostamento di capello può farci prendere una decisione piuttosto che un’altra. La attraversiamo o no quella porta? Se ci fosse Shakespeare…

A questo Catania va allo stesso modo. Tempaccio, bufera di neve per 7 partite, rannicchiati tutti sotto un igloo fatto di alibi del tipo “arbitro”, “campo di patate”, “venticciolo”, “Pino Rigoli”, ci crogiolavamo nel nostro brodo insipido al fine di sentire un po’ meno il freddo di quello zero in classifica, alquanto reale e surreale allo stesso tempo. Mentre il buio si insinuava fra le pareti delle nostre convinzioni, il sangue rossazzurro cominciava a gelarsi e stavamo per scannarci gli uni contro gli altri, nobili contro dei, seguaci dell’istinto contro schiavi della ragione, alla ricerca di un colpevole… Alla ricerca di carne da spolpare per restare vivi. Come per il fortunato vincitore al gratta e vinci o del meritevole Ingegnere Elettronico, aspettavamo il momento propizio per risorgere e, in fondo, quasi tutti vedevamo la partita contro il Messina come l’ultimo elicottero disponibile per soccorrerci da una certa dipartita. Catania – Messina, vincere e convincere, come recitava lo striscione della curva nord.

E così è stato. Vittoria meritata degli uomini di Pino Rigoli che scacciano via, almeno per una settimana, quei fantasmi che sussurravano alle orecchie di Lo Monaco un possibile avvicendamento alla guida tecnica. Figlia di un figlio di madre Etna e padre Liotro, nientepopodimenoche Andrea Di Grazia, catanesissimo nel cuore e nell’animo, tutto casa e pallone sotto il cuscino. È lui l’uomo in più dei rossazzurri per tutti i 94 minuti di gioco, dimostrando talento da vendere ma anche una ben augurante continuità di prestazioni da veterano di altri tempi. Non è un caso, anche se suona paradossale dirlo, che sia lui, un ragazzo di 20 anni, a trascinare la squadra nei momenti topici del match, riuscendo a mascherare gli errori dei suoi compagni in tutti e tre i reparti del campo. Lo si trova in ripiego sulla fascia, iniziare l’azione, rifinire e concludere, segnando la bellezza di tre reti, tutte di pregevole fattura. Un elogio in più va fatto per il terzo gol, in un momento favorevole per la squadra allenata da Marra, la quale manteneva stabilmente il pallino del gioco e si rendeva parecchio pericolosa sotto porta con Pozzebon e compagni. Un rilancio fondamentale per far capire a questo campionato che ruolo giocherà il Catania falcidiato dalle penalizzazioni.

Ma se si sprecano i complimenti per il “carusu nostru”, un discorso a parte va fatto per i blasonati giocatori rossazzurri. Laddove, infatti, finiscono le responsabilità di Di Grazia, iniziano quelle di Calil e Russotto su tutti, incapaci di concretizzare sottoporta e apatici nei movimenti. Risulta oltraggioso oltremisura che una squadra come il Catania, con in rosa gente del calibro di Calil, Russotto, Paolucci, Piscitella, Anastasi, debba dipendere dai gol e dall’estro di un giovane quale Andrea Di Grazia. Per carità, tutto di guadagnato per lui e per Lo Monaco che potrà coltivare il seme nascente del suo talento, divenendo orgoglio per questa città, ma gli altri? Gli altri giocano a sprazzi, intestardendosi in giocate da palati sopraffini ma da stomaci vuoti, fanno il passaggio stilisticamente perfetto ma di efficacia che rasenta lo zero, evitano di mettere il piede laddove questo sport implicherebbe un “sacrificio” maggiore in tal senso, in dinamiche di gioco ove mettere un piede significherebbe propiziare un rigore. Così non è stato e questo non ci può lasciare tranquilli per le prossime partite, neanche dopo questa bella e netta vittoria nel derby. Sarebbe opportuno che si lasciassero fuori i tutú da saggio di danza classica e si indossassero più i vestiti di quel Rosario Bucolo, leone a centrocampo e plebeo figlio di una proboscide innalzata in cielo che dalle ceneri riemerge sempre più maestosa e imponente che mai.

A questo punto la partita di Melfi assume un’importanza di prim’ordine: il bivio. Per qualcuno sarà la conferma di quanto buono fatto sin’ora…per qualcun altro sarà l’ultimo treno per essere ricordato, l’ultimo attimo fuggente che lo separerà dall’essere considerato un top o un giocatore qualunque passato per caso a Catania. Per adesso modalità Catania… Stato Di Grazia attivato!

*Le pagelle:*

Pisseri 6.5; Parisi 5, Gil 5.5, Bergamelli 6.5, Djordjevic 6; Bucolo 7, Di Cecco 6, Biagianti 6.5; Barisic 5.5, Calil 5.5, Di Grazia 8, Russotto 5.5; All. Rigoli 6.

Arbitro (metti nome) 4.
Assistenti: voto 6.

Pietro Santonocito

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