Destati, o figlio del sole e del mare,
Non ti quietare.
Radicati al terreno,
in alto la Proboscide portare
e col cuore ascoltare…
… «L’ultimo Canto del Vulcano»
Catania 3-2 Martina Franca, più forti dei “forti”. Scatto e riscatto imperativo per i rossazzurri, reduci dalla magra figura di Caserta, con la corazza scalfita, ma non l’orgoglio. Prime luci della partita rossazzurre, Calderini e Falcone giocano al gatto col topo con i rispettivi oppositori di fascia, ancora alla ricerca della loro scia. Ma il Martina c’è e pure “La Franca”, come dimostra la pericolosa conclusione da fuori di Basso, su cui “la fa Franca”, però, il non troppo convincente Bastianoni, che vede il pallone alto di poco sulla traversa. Lo strapotere territoriale degli uomini di Pancaro, tuttavia, non tarda a manifestarsi e al 12′ l’affondo di Lulli, col conseguente traversone basso, viene raccolto dal criticatissimo Calil che insacca alle spalle di Viotti e abbassa il volume delle voci negative sul suo conto. Pronta reazione degli ospiti, furbi a sfruttare una sciagurata, quanto bislacca, uscita di Bastianoni sulla quale si avventa Schetter che appoggia in rete, ma si vede l’urlo strozzato in gola a causa di Honda Nunzella CBR che recupera sulla linea e salva tutto. Sul susseguente calcio d’angolo, colpo di testa a lato su un’altra indecisione dell’estremo difensore etneo. Altri sette minuti ed il Catania raddoppia: Scarsella imbecca Calderini, la cui incornata fa esplodere di gioia lo stadio Angelo Massimino. Partita gestita dagli etnei, con qualche puntura pugliese, ma indolore. Poi, il diagonale debole di Garufo, fuori di poco (minuto 36), precede una serie di moderate occasioni ospiti per ridurre il passivo, fortunatamente senza costrutto.
«L’ultimo Canto del Vulcano». Secondo tempo offensivo ai successi di Lino Banfi ne “L’allenatore nel pallone”, in quanto a horror/comic-appeal. Il protagonista del palcoscenico verde è il “regista” Daniele Viotti di Tivoli, il quale pone in risalto le sue angosce regresse per gli insuccessi accumulati nei set cinematografici del comune in provincia di Roma. Il suo monologo, da recondito figlio di una Kodak da 17 scatti, ha come acuto il fallaccio al minuto 50 (eufemismo teatrale) di quel ragazzaccio di Scarsella, boss del copione elaborato dal nostro nostalgico “catturante di sordi applausi”. Aveva sognato anche del rosso nelle sue scenografie e così ha pensato pure di prendere la prima cosa che assomigliasse a tal colore, estraendolo energicamente sopra il naso della mezzala rossazzurra. Atto conclusivo della comic-art è il gol dal dischetto di Baclet al minuto 56′. Seguono 25 min circa di calcagnate dei pugliesi in maglia gialla ai nostri ragazzi, imbambolati dalla nefandezza del “James Cameron” dei poveri e incapaci a reagire. A rincuorarli, a modo suo, è ancora Danielone, ammonendo cinque ingialliti giocatori ospiti (letteralmente e visivamente). Rincaro della dose al minuto 68′, dove la punizione di Baclet trova la contrapposizione della lentezza di Bradiponi (Bastianoni). Tutto da rifare e gol che spezzerebbe la gambe come grissini a chiunque. In quel momento la terra cominciò a tremare sotto i piedi dei 22 contendenti in campo e i rossazzurri odono il “richiamo dell’Etna“, l’ultimo canto di Sua Maestà che non ci lascia mai senza energie, specie in questi momenti. Radicano in terra i piedi, attingono forza e rinsaviscono: Agazzi inventa per Russotto il quale, di testa, invita al tap-in vincente l’accorrente Calil che trafigge Viotti (il portiere) per l’eruzione di gioia dei 12000 tifosi marca Liotro. Arrembaggio del Martina Franca e brivido all’ 88′ per la porta rossazzurra, dove un ottimo Garufo salva sulla linea un beffardo colpo di testa di Schetter, a Bastianoni battuto. Quattro minuti di recupero con un Catania intelligente e diligente nel non scoprirsi troppo e missione compiuta. Catania batte Martina Franca 3-2.
Quota 8 punti raggiunta e forte segnale inviato a tifosi e squadre avversarie di un gruppo coeso, con valori caratteriali e tecnici smisurati. Grande merito, ovviamente, a mister Pancaro, in grado di inculcare una mentalità vincente a questi ragazzi, molti dei quali sono arrivati a preparazione già iniziata. Prova maiuscola di Nunzella, dopo quella deludente di Caserta e di Agazzi, giovane di grande personalità ed enormi margini di miglioramento. Lodevole anche la prova di Russotto, Falcone, Calderini e del ritrovato Calil, al centro di parecchie polemiche da qualche settimana. Bisogna volare basso e dare continuità ai risultati, per restituire a questi cuori feriti rossazzurri ancora un ultimo canto di gloria…«L’ultimo Canto del Vulcano» che non si spegne mai.