Lecce 0-0 Catania: bicchiere mezzo pieno… I rossazzurri di mister Pancaro rallentano la loro corsa al “Via del Mare” contro un Lecce non trascendentale, ma ben organizzato nei reparti.
Una prova del nove superata a metà, quella di ieri in terra salentina, degli uomini in veste rossazzurra che giocano ad intervalli di tempo una partita le cui sorti sembrava palesemente dipendessero solo dalla squadra etnea. Non è un caso che sia proprio il Catania ad avere il pallino del gioco per almeno 25 minuti abbondanti, dove la squadra giallorossa non può far altro che arroccarsi nella propria metà campo. In questo arco di tempo è proprio Calderini a rendersi pericoloso con alcune incursioni sulla fascia, non finalizzate da uno spento e poco in forma Calil. Partita in generale molto combattuta tatticamente fra due delle migliori squadre di questo girone di Lega Pro. Dopo circa mezz’ora di Catania, esce fuori inevitabilmente il Lecce con la velocità di Doumbia che mette in difficoltà gli etnei sulle fasce: al 26′ è proprio lui a scheggiare la traversa, a Liverani battuto, su un cross mal riuscito. Ci prova ancora il Lecce in un paio di occasioni, ma senza alcuna pretesa. Poi la partita rimane equilibrata con pochi lampi da entrambe le parti sino al finire del primo tempo.
Ripresa che comincia con un Lecce decisamente più fastidioso. Continua a soffrire capitan Parisi le svolazzate di Doumbia e compagni ed alcuni cross salentini diventano troppo insidiosi. Primo cambio per i rossazzurri al 52′: Musacci lascia il posto ad Agazzi. Al 57′ bordata di Surraco sventata da Liverani in calcio d’angolo. Pressano parecchio gli uomini di Asta ed il Catania non riesce a disimpegnarsi in maniera agevole. Allora mister Pancaro decide di giocarsi l’asso nella manica al 60′: fuori Di Grazia e dentro Falcone. Ma è ancora Lecce a rendersi pericoloso con Doumbia al 62′ (pallone mancato di testa di un soffio) e con Diop al 64′ (conclusione alta). Periodo di stallo e poi rialza la proboscide il Catania al 76′ con il nuovo entrato Falcone che fa tutto bene ma non riesce a trovare la porta. Un minuto dopo Calderini con un tiro a giro impegna Perucchini che la mette in angolo. Al minuto 81 esordio in rossazzurro del “Gigante di Matera” Gianvito Plasmati, per lui 10 minuti più recupero per dare maggior peso e centimetri in fase offensiva. Momento buono per il Catania che schiaccia i salentini negli ultimi 20 metri. Al 92′ Castiglia sfiora il gol con una punizione ben calciata, finita fuori di un soffio alla sinistra di Perucchini. Sullo scadere ultimo sussulto rossazzurro con Scarsella che prova a correggere in rete una punizione in area di rigore, pallone fuori di un soffio. Finisce su questa azione il confronto fra Lecce e Catania che non hanno per nulla annoiato gli 8762 spettatori del “Via del Mare”, 109 dei quali di fede rossazzurra.
Top
Bergamelli e Pelagatti: le colonne d’Ercole. Superlativa la prova dei due centrali difensivi rossazzurri, capaci a neutralizzare con relativa semplicità i numerosi cross dalle fasce e a risolvere con calma quasi angelica situazioni di gioco che li vedevano in inferiorità numerica. Prova imperiosa per loro, considerata la caratura ed il blasone dell’avversario. Sarà un bel problema per mister Pancaro quando sia Ferrario che Bastrini saranno anche loro al 100%. Meglio così, da un certo punto di vista… “Melius abundare quam deficere”.
Calderini: il corsaro nero. Una benda all’occhio, una bandana tra i (pochi) capelli, un cappello a triostella e miglior paragone non può calzare che il grande Johnny Depp, alias Jack Sparrow, ne “I Pirati dei Caraibi”. Svaria da destra a sinistra, rincula per dare una mano ai centrocampisti e va vicino al gol in più di un’occasione dove il portiere avversario deve chiedere le ali a Mercurio per prendere il pallone. Palla al piede, poi, è inarrestabile e le sue veleggiate in avanti si sono rivelate ossigeno puro per la difesa etnea che in alcuni frangenti si trovava in difficoltà. E con un Russotto in più come ammiraglio di bordo…
Il cuore che batte forte negli ultimi minuti. Prerogativa che sembra esser diventata imperativo di prim’ordine per i ragazzi di Pancaro. Chiunque sia l’avversario, qualunque siano le forze residue questa squadra riesce sempre a far sentire il proprio cuore pulsante al tramontare della partita. Anche ieri, nonostante un secondo tempo iniziato non a mille bisogna dirlo, i rossazzurri hanno agglomerato le loro forze psico-atletiche e accerchiato gli avversari negli ultimi 10/15 minuti di partita…e se Scarsella l’avesse buttata dentro, non avremmo rubato nulla.
Flop
Parisi: uno “sbussolato” capitano. Peccato perché aveva anche cominciato bene sventando un pericoloso cross nei primi minuti di gara. Poi, però, perde in personalità e gamba e si fa girare e rigirare dagli spostamenti d’aria provocati dalla corsa di Doumbia, che saluta e manda una cartolina di stima (o disprezzo a seconda dei punti di vista). Non a caso tutte le azioni migliori provengono dalla sua fascia e quando provengono dalla fascia opposta spesso si ritrova un paio di passi dietro il suo avversario che, per fortuna e per scarsezza, non riesce a punire il Catania. Giusto, da parte di Pancaro, credere in lui e non bruciarlo, ma non ci sembra adeguato alla categoria.
Il centrocampo: colapasta dai fori larghi. Deludente la prova dei tre centrocampisti rossazzurri Scarsella, Musacci e Castiglia, incapaci a fare filtro in fase difensiva. Ancor più negativa la prova di Musacci, dato il puerile contributo pure in fase offensiva. Sicuramente meglio il suo sostituto Agazzi. Poco sostegno anche di Scarsella e Castiglia che si rendono protagonisti solo in fase realizzativa con un tiro respinto dal portiere salentino (il primo) e una punizione ben calciata che esce di poco (il secondo). Riuscirà Pancaro a trovare il miglior assetto?
I rinvii di Liverani. Lo abbiamo visto nei primi 30 minuti sbagliare ben tre rinvii dal fondo. E’ un buon portiere sicuramente, a volte un po’ troppo lontano dai pali, ma sempre sicuro e preciso nel disimpegno. Va bene che il modus operandi di Pancaro è quello di iniziare l’azione palla a terra, ma in alcune occasioni abbiamo rischiato grosso. far calciare un difensore…no?
Calil: brasiliano senza samba. E’ chiaro e lampante che il ruolo di prima punta nel 4-3-3 è un’incombenza troppo pesante per uno della sua caratura tecnica. E’ ovvio che un attaccante per poter ben figurare ha bisogno di palloni utili, ben pochi in quel di Lecce. Tuttavia, la prova del brasiliano ex Salernitana è stata davvero incolore e priva di qualunque tipo di brio. Non vogliamo addossargli croce alcuna, per carità, ma da un brasiliano ci aspettiamo sempre qualche passo in più di “samba”.
Le pagelle
CATANIA: Liverani 6, Parisi 5, Nunzella 6, Musacci 4,5 (7’st Agazzi 6), Pelagatti 6,5, Bergamelli 6,5, Di Grazia 6 (15’st Falcone 6,5), Scarsella 6, Calil 5 (35’st Plasmati s.v.), Castiglia 5,5, Calderini 6,5. In panchina: Ficara, Bacchetti, Garufo, Ferrario, Lulli, Russo, Bastrini, Barisic, Russotto. Allenatore: Pancaro 6.
ARBITRO: Marco Piccinini di Forlì voto 6 (Claudio Pellegrini di Roma 2 voto 6, Daniele Stazi di Ciampino voto 6)
AMMONITI: De Feudis, Lepore (L). Musacci, Scarsella, Parisi, Agazzi (C). Recupero: 1’pt, 5’st.
SPETTATORI: 8762.
di Pietro Santonocito