IO C’ERO…ma non ho potuto gioire…

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Non sempre le belle gioie sono condivisibili. Una festa “privata” non per tutti. Per QUASI tutti.

Una “terra promessa” che molti Mosè rossazzurri non hanno potuto vedere, rei di essere arrivati un po’ in ritardo. Ma che cosa vuol dire “ritardo”? Esiste il ritardo in una festa?

La delusione al risveglio odierno ci ha sommerso. Movimenti affannosi, impacciati, per cercare di smaltire un dolore che ci rimarrà per sempre nella memoria. Perché esserci è un impegno, un onore e una mentalità. Ci è stato privato.

Peccato. Una stagione fantastica, meravigliosa, da sogno…con qualche piccolo neo, ahimè. Ovvio, non tutte le ciambelle riescono col buco, ma i buchi nel cuore, rimangono.

Rimarrà il ricordo dello stewart, un ragazzino mandato da chi si doveva prendere questa responsabilità a cercare, in qualche modo, di darci delle spiegazioni sul perché alle ore 22:00 due abbonati di tribuna A non possono entrare allo stadio. I tornelli spenti, come se mancasse la luce per riaccenderli, come se… fossimo meno tifosi, solo perché arrivati in ritardo.

Rimarrà il ricordo della Security, la quale non sapeva nemmeno di cosa si stava parlando. In un secondo momento, ci giustificava con lo stesso motivo:”i tornelli si spengono dopo il secondo tempo”. Peccato che, della partita, ce ne fregava poco a tutti. In fondo, a parte augurare il meglio al Santa Maria Cilento, ci interessava festeggiare con amici e parenti che ci hanno dati per dispersi, abbandonati fuori dal tempio delle nostre gioie come fossimo “la peste”.

Rimarrà il ricordo della volante della municipale, composta da donne di una gentilezza e intelligenza unica, imbarazzante anche per molti uomini. Forse, loro erano più dispiaciute di noi a non poterci aiutare in nessun modo. Non era competenza loro.

Già. Ma di chi è la competenza? Con chi ce la dobbiamo prendere per averci impedito di festeggiare? Riproviamo con altri stewart. Egli, inizialmente con fare di chi voleva gonfiare il petto davanti ad una coppia di ragazzi, farneticava una scusa dopo l’altra nel giustificare i flussi di entrata e uscita, la difficoltà di identificare uno spettatore che entra allo stadio (ma se siamo abbonati e abbiamo il posto a sedere!), se eravamo gentaglia oppure no (avanti va 🤣). Alla domanda:”Ma di chi è competenza questa organizzazione?”, la sua risposta è stata:”Della SOCIETÀ”. Tutto tace.

Come noi, altre coppie di innamorati, in amore e nel Catania sono rimaste fuori dallo stadio. Da quello che abbiamo appreso negli stessi momenti, guardandoci un po’ attorno, ad occhio e croce almeno un centinaio di tifosi non sono stati accolti allo stadio per la sola colpa di essere “in ritardo alla festa”.

Nessuna spiegazione concreta ci è stata fornita di fronte ad un evento sacro (calcisticamente parlando) per il quale si poteva e di DOVEVA fare meglio indubbiamente. Solo, un tremendo e inesorabile DOLORE AL CUORE.

Il calcio è per gente semplice, roba semplice. Non è per pochi eletti, né per chi ti vuole fare ignorante quando è il primo esserlo. Per arrivare in Champions, prima bisogna vincere la Coppa di quartiere. E ancora, non abbiamo oltrepassato nemmeno l’uscio di casa.

Pietro Santonocito

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Pietro Santonocito nasce a Catania il 21 Agosto 1989 e dall'età di soli 5 anni nutre un profondo amore viscerale per il Calcio Catania. E' stato anche un giocatore dilettantistico, fino all'età di 18 anni, dove ha intrapreso gli studi di Ingegneria Elettronica. Da quel momento, sin'ora, ha vinto un premio letterario "L'attualità del pensiero di Luigi Pirandello", premiato da Leo Gullotta ed è diventato un webmaster, sviluppatore Android, videomaker e speaker radiofonico, partecipando attivamente a Radio Zammù e gestendo in prima persona Katane TV, di cui ne è il responsabile tecnico.

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