Una partita come quella di ieri 26 Marzo 2014 è difficile prima ancora da guardare che da commentare… queste le sensazioni di Istinto Rossazzurro:
Andujar – 4: non è che si pretendesse una prestazione da 10 e lode da uno che ha già le valigie in mano per andare ai piedi del Vesuvio, ma quantomeno poteva risparmiarsi lo stiracchiamento timido da sbronzo del giorno prima nell’occasione del gol di Hernandez, almeno per dare l’idea di essere sceso in campo. Distrugge un’acciaccato Legrottaglie sbagliando il tempo e non chiamando la palla nell’occasione del secondo gol e riesce persino a rendersi colpevole facendosi spiazzare da Zapata nell’occasione del quarto gol dove un portiere di solito non ha grosse responsabilità. Viene tempestato di fischi dal pubblico, come del resto tutta la squadra, per una prestazione da non professionista, per non essere troppo indelicati – imperdonabile.
Difesa – 4: certo è che se lasci delle autostrade americane a gente come Callejon o Insigne in contropiede, hai voglia di giocare col 3-5-2, se non lo sai fare anche il Bompietro, squadra di terza categoria siciliana, ti prende in giro. Lo dovremmo chiedere al gentile signor Monzon, il quale non ha capito da inizio stagione che il fluidificante deve saper difendere e attaccare nello stesso modo. Come se non bastasse il rientrato Legrottaglie, ormai sul lento tramontar di una carriera strepitosa, non offre la giusta copertura e spesso si perde il non trascendentale Duvan Zapata, dandogli sempre un vantaggio anche nel contatto fisico. Bellusci, lento e macchinoso (anche ingrassato di qualche kilo), farebbe meglio a mangiare qualche pizza in meno, onde evitare di arrivare fuori tempo nei contrasti e rischiare di fare male davvero a qualcuno, ne sa qualcosa Insigne. Peruzzi, idem di Monzon, ma forse un po’ più ordinato tatticamente. L’unico che può essere salvato è Gyomber perché, oltre al gol, ci appare più reattivo e sbaglia meno dei suoi colleghi di reparto – orribile.
Centrocampo – 5,5: poco agonismo e troppi palloni sbagliati nella zona centrale del campo, dove un Rinaudo irriconoscibile si fa sempre infilare da Hamsik & co. e non pare il guerriero che siamo abituati a vedere. Non aiutato da Izco, forse bloccato da guai fisici di vecchia data, che non riesce ad arginare le sortite offensive partenopee e, spesso, corre a vuoto. A portare un po’ su la squadra è Lodi, che riesce a far girare benino la palla (intendiamoci bene con il termine benino :-? ) e mettere dentro aria qualche pallone interessante. Plasil, subentrato a Rinaudo nel secondo tempo, trova qualche spazio in più (per gentile concessione del Napoli) e conclude al volo un assist da punizione indiretta di Lodi, propiziando il tapin di Monzon, ovviamente in un momento della partita dove il risultato era già compromesso e dove il vero obiettivo era quello di salvare quantomeno la faccia – spaventato.
Attacco – 5: se questa squadra è il peggior attacco della serie A con soli 23 gol all’attivo in 30 partite un motivo dovrà pur esserci, coadiuvato da una bella dose di sfiga che ci ha bersagliato anche in questa partita. Siamo obiettivi, il calcio è basato anche sugli episodi perché se un Keko avesse segnato in quel tiro (anziché di prendere la traversa) o se, qualche secondo dopo, Barrientos fosse riuscito a ribadire in rete la conclusione deviata da Monzon o angolare meglio il tiro che scheggiava la traversa di Reina, probabilmente la partita sarebbe cambiata, con un Napoli costretto a proporsi in avanti e un Catania in grado di sfruttare gli spazi lasciati dalla squadra di Benitez nelle ripartenze. Ma con i “se” e con i “ma” non si vincono le partite e non si può sempre dare la colpa alla sfortuna. D’altra parte l’attacco rossazzurro non c’è mai stato sin dall’inizio di stagione, stagione che non si può disputare con il solo Bergessio (tra l’altro sofferente di pubalgia da sempre e in particolar modo dagli ultimi due mesi). In questo la società doveva e poteva fare di più, senza dubbio – indecoroso.
Keko – 6,5: il migliore dei suoi. Ci mette la corsa e corre su ogni pallone, anche in quelli che sembrano tutto fuorché dei lanci. Peccato per la traversa e per altre 2/3 occasioni davvero limpide dove, in una delle quali, pecca di ingenuità appoggiando il pallone addosso a Reina in una dinamica che suggerisce a un chiunque attaccante di cercare furbescamente il contatto con il portiere per un eventuale fallo da rigore – lodevole.
Maran – 4: in emergenza attacco per la mancanza di Bergessio schiera un azzardato 3-5-2 riportando tutte le sue speranze in Monzon, ma il laterale argentino non gli dà le certezze che sperava lasciando a Callejon troppo spazio. Nel secondo tempo torna al 4-3-3 con Plasil al posto di uno spento Rinaudo, dando una scossa alla squadra, grazie anche al Napoli che rimane negli spogliatoi. Forse si poteva cominciare con questo modulo, più congeniale al Catania che conosciamo, tentando di arginare i contropiedi diabolici degli ospiti e provando ad imbeccare un ispirato Keko con gli inserimenti di Plasil dal primo minuto. Ma d’altra parte se i tuoi uomini passeggiano ogni discorso è vano – sfiduciato.
Pagelle dei singoli: Andujar 4, Bellusci 5, Legrottaglie 4,5, Gyomber 5,5, Monzon 4, Peruzzi 5, Lodi 6, Rinaudo 5, Izco 5, Plasil 6, Barrientos 5,5, Keko 6,5, Petkovic 5.