Alla fiera dell’est…per 2 soldi…

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monopoli catania 4-2

Prestazione da dimenticare quella dei rossazzurri al Veneziani di Monopoli. Si inizia male e si finisce peggio. Monopoli 4-2 Catania.

Monopoli 4-2 Catania. Alibi, assenze, problemi di spogliatoio, cistifellea ingrossata, venticciolo di ponente che parte da levante, preparazione atletica deficitaria. Quante ne abbiamo sentite in sei anni di serie C? Potremmo scrivere il “dizionario degli alibi” (che scriveremo, ve lo assicuro).

Cambiano gli attori, ma lo spettacolo rimane sempre lo stesso. Il Catania è sempre lo stesso. Possiamo prendere i Cristiano Ronaldo, i Messi e i Neymar del periodo, ma il Catania rimane sempre, inesorabilmente sempre, lo stesso.

Ma se, cambiando l’ordine degli addendi/fattori, il risultato non cambia, allora il problema non possono essere…gli addendi o fattori s’intende. Sembra logico, quasi matematico, pensarla così.

Come in ogni azienda che si rispetti, tralasciando gli attriti personali che possono o meno distogliere l’attenzione, la ricerca del problema si chiama: debugging. Nelle aziende più strutturate il settore adibito al debugging è formato da almeno 2 o 3 persone, aventi le cosiddette qualità di “problem-solving” (letteralmente: risolvono problemi).

Vi ricordate Stefano Tavoletti ed Eugenio Vassalle? Io no. Ovvero: non sono riuscito a percepire concretamente il loro lavoro in casa Catania, dopo la conclusione dei play-off 2017/18. I “famosi” dental…ehm…mental coach. Ancora, dopo due anni, aspetto che qualcuno sazi i miei facinorosi dubbi amletici al riguardo.

Quello, almeno, fu un tentativo di soluzione ad un problema chiaro e conclamato, vale a dire il deficit mentale. Quella squadra non riusciva a sfruttare i passi falsi del Lecce e, puntualmente, incappava in sconfitte assurde (Monopoli docet), figlie di un no-sense generale che nemmeno Lucarelli sapeva spiegare.

Ad oggi, assistiamo agli stessi deficit mentali figli di altri no-sense che certificano quanto detto sopra: cambia l’ordine degli addendi/fattori, ma il risultato non cambia. La nota positiva è il tempo, ancora abbastanza per porre il rimedio. La nota negativa è…nessun tentativo di soluzione.

La risposta alla domanda

In questa settimana abbiamo apprezzato tutte le sfaccettature della verità, come spesso succede a Catania, nelle mani degli altissimi, illustrissimi, levissimi, oracoli della santità calcistica che tutto sanno e tutto possono.

Non abbiamo sentito parlare i protagonisti, se non parole di circostanza dell’amministratore delegato del Calcio Catania Pietro Lo Monaco. A conti fatti, a parte lecite o illecite elucubrazioni mentali, abbiamo sentito tutti…tranne che i diretti interessati.

Ma i rapporti interpersonali, ci interessano solo se volti a migliorare la situazione della squadra rossazzurra, tutto fuorché “squadra” da come si vede in campo. Non era previsto il ping-pong di dichiarazioni tra tifosi e dirigenza. Un “surplus” (u supecchiu…) che lascia un vuoto ancora irrisolto (…è comu u mancanti).

Ci fregava, per l’appunto, vedere come la squadra rispondesse alle critiche settimanali, alla dietrologia reiterata e al sistema fazionistico catanese, diramato da enti pubblici e privati che hanno giocato a tutti gli sport fuorché a calcio.

Ci interessava vedere quali soluzioni ogni tesserato etneo avesse da proporre per soffocare ogni osceno gracchiare fuori tempo degli uccelli del malaugurio appostati sul ramo più alto del Monte “Fato” al fine di scagliare le proprie sentenze a gogò, senza porsi neanche il dubbio di motivarle.

La risposta dei tesserati Calcio Catania è stata: Monopoli 4-2 Catania. Tutto, fuorché una partita di calcio, al pari di altre figuracce orgogliosamente sciorinate in altrettanti campi dove si dimenticò i sandali il Signore.

Di fronte a questo “virgulto d’animo” non ci resta altro che il solito ed inequivocabile: “mah”. L’espressione orale, così trascritta, non può suggerire in maniera coerente il senso di incompletezza che ci lascia la prestazione di Monopoli.

Coerenza e mentalità…

“In ogni categoria si deve provare a giocare a calcio”, “Noi proponiamo calcio giocato e non palla lunga e pedalare”. E meno male! Direbbero i posteri. Se si fosse dichiarato di giocare di rimessa, a quale obbrobrio avremmo assistito?

Dispiace, ma gli alibi inerenti gli infortuni non possono giustificare lo scempio di ieri. Camplone si assuma la maggioranza delle responsabilità derivanti da una sconfitta totale, senza nulla da salvare, così come a Potenza.

Il 3-5-2 non è un modulo adatto a questi giocatori, si vede ad occhio nudo. Gli esterni non hanno, dalla loro, la duplice capacità di saper difendere ed attaccare con la stessa efficacia. Non ci sono velocisti, non c’é Lodi e la difesa…stendiamo un velo pietoso.

Di fronte all’evidenza bisognerebbe attingere dalle proprie capacità di problem-solving e presentare la soluzione al problema. Può essere, ad esempio, il caso di rifarsi al mercato degli svincolati?

Chissà se, alla fiera dell’est, per 2 soldi…un attaccante, un centrocampista, un difensore, un portierino il direttore comprerà.

Monopoli 4-2 Catania: le pagelle

MONOPOLI (3-5-2) – voto 8: Antonino; Rota, De Franco, Maestrelli (67° Hadziosmanovic); Tazzer, Carriero (67° Mercadante), Giorno (90° Pecorini), Piccinni, Donnarumma; Jefferson (90° Moreo), Fella (75° Cuppone).
In panchina: Menegatti, Ferrara, Arena, Triarico, Tuttisanti, Salvemini, Nanni.
All: Scienza

CATANIA (3-5-2): Furlan 4; Mbende 5,5, Esposito 4,5, Silvestri 5 (16° Noce 5, 75° Di Molfetta 5); Calapai 5,5, Welbeck 5 (75° Dall’Oglio 5), Lodi 5, Llama 4,5 (46° Rizzo 5,5), Pinto 4,5; Di Piazza 5, Mazzarani 5,5 (86° Curiale sv).
In panchina: Martinez, Biondi.
All. Camplone 3,5.

ARBITRO: Cudini di Fermo – voto 6.

ASSISTENTI: Basile di Chieti e Di Giacinto di Teramo – voto 6.

AMMONITI: Giorno, Carriero (Monopoli); Llama, Welbeck, Esposito, Mbende (Catania).

ESPULSI:

RECUPERO: 2′; 5′.

Pietro Santonocito

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