Primo esame della stagione superato a pieni voti per i rossazzurri di Camplone. Trapassato l’Avellino con lascito rimembrante a tre cicatrici. Avellino-Catania 3-6.
Avellino-Catania 3-6. “Inglesismi inglesizzanti inglesizzano un’inglese partita”, laddove giacciono, gementi e piangenti, ditte produttrici di guanti da portiere, vittime dei loro profanatori indossanti.
“Operazione mani bucate” dovrebbe essere il titolo di questo articolo. Eppure, ci duole ammettere – con tanto magone in gola – che uno dei due portieri ha utilizzato di più i suoi guantoni…anche se è difficile dire quanto di più, considerate le nove reti nel tabellino.
Un umile osservatore di periferia, profano anch’egli per via delle origini meno caste di altri, suolerebbe dire:“Ma sono stati troppo scarsi i portieri rispetto agli attaccanti o troppo forti gli attaccanti rispetto ai portieri?”.
Qui, come sempre dal 1860 ad oggi, l’acume italiano italianizzante italianizza una divisione in partiti che ci rende orgogliosi del “paese” in cui viviamo:”tutte e due le affermazioni”. Stesso paradigma del mondo acquatico: “bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto?”.
Non si capisce mai se questo bicchiere è mezzo-pieno o mezzo-vuoto. Ci sono gli ignoranti di quartiere che dicono che è soltanto “mezzo”, quindi non può essere considerato né vuoto, né pieno, in quanto:
- Mezzo vuoto = 1/2 vuoto = 0,5 x 0 = 0
- Mezzo pieno = 1/2 pieno = 0,5 x 1 = 0,5. Vale a dire la metà di: un bicchiere, un pieno di carburante, di un uomo (categoria: “mezz’uomini”, vedi alla voce “hobbit”), di una soddisfazione, gioia, obiettivo raggiunto (non sappiamo definire un “mezzo obiettivo”).
Come si evince da madre “Ignorantica”, possiamo definire un bicchiere mezzo vuoto come vuoto veramente e un bicchiere mezzo-pieno come “mezzo“, in vero. Da cui la nostra riverenza agli ignoranti di quartiere.
Un po’ come Avellino – Catania 3-6, partita che non disseta nessuno veramente – dacché prima ufficiale di 38 gare – ma che italianizza, come spesso succede, il popolo italiano in elettori del BMP (bicchiere mezzo-pieno) ed elettori del BMV (bicchiere mezzo-vuoto).
Noi che, probabilmente, “italiani di casta” non siamo, ma catanesi sino all’osso certamente, amiamo così definire la partita:
“Once upon a time, in the distant kingdom of Irpinia, a wolf living in hardship, dirty and bald. One day he saw a red-azure elephant coming to the spring and said to him:
“Why do you make my water turbid?”.
The elephant replied: “What is your problem?”.
And the wolf: “You are my problem!”.
He did not have a time to finish the sentence that he found SIX fangs stuck in his body. The Irpine wolf disappeared and nobody saw him anymore.
This real story is for those who feel “masters”, but they really non cumannunu mancu e so casi”.
Based on the Anglo-Sicilian version of Fedro’s fable
Una nuova “vita” per Evergreen Ciccio Lodi
La nota partita in esame, Avellino – Catania 3-6, mette in risalto un aspetto fondamentale, tanto da poterlo definire “chiave” per il campionato del Catania:”The freedom of Lodi” – tradotto – “La libertà di Lodi“.
Sarà il tema centrale della stagione rossazzurra, dal quale si dirameranno tutte le altre tematiche conseguenti, nella buona e nella cattiva sorte. Per questo motivo, va spesa più che una parola sull’utilità che il napoletano ricopre nell’economia della squadra etnea.
Rispetto all’anno scorso, Lodi ha acquisito un ruolo centrale nella squadra. Da lui, per lui e con lui passano le azioni più importanti imbastite, delizia al palato dei calciofili di ogni razza e generazione e preoccupazione veemente di coloro che si domandano:”Che Catania sarebbe senza Lodi?”.
In questo enigmatico arcipelago di emozioni contrastanti s’intravede un porto sicuro ove attraccare con tutti i nostri flash mentali: Jacopo Dall’Oglio. Non si sa ancora se EVO o meno, ma riponiamo in lui tanta fiducia nel fare da custode al caro Ciccio.
Atleti e, poi, calciatori
Abbiamo sempre messo in evidenza l’aspetto atletico nel calcio, come qualità principale che un calciatore debba possedere, prima delle capacità tecnico-tattiche. Niente più mani nei fianchi, passeggiatori seriali o gente fuori dalle righe in campo: testa alta e pedalare.
In fondo, la mentalità vincente si materializza in campo se hai fiato e questo Catania lo ha dimostrato. Non si è accontentato di difendere il risultato positivo – come visto l’anno scorso – ma ha continuato a ferire e infierire sull’avversario, fermo restando rilassarsi nell’ultimo quarto d’ora e pigliare altri due gol…ma vabè.
Normale che la preparazione di tutti non può definirsi completa. Piace, tuttavia, la “consistenza” degli uomini di Camplone, capaci di non “narcisirsi” ad ogni gol realizzato e continuare a macinare metri, terreno, gambe, palla, piedi e…reti.
Il tempo ci dirà se son rose. Al momento, possiamo solo dire che “la strada imboccata è quella giusta”, frase tanto semplicistica quanto difficile da parafrasare nella realtà.
Dolente o nolente, in questo calice sorridente…
Ciononostante, va prestata parecchia attenzione alla fase difensiva in generale, normalizzando i discorsi in base ai periodo di tempo.
Il Catania non ha sofferto molto, in verità, ma quelle poche sortite offensive si sono tramutate quasi sempre in gol o quasi-gol. Spesso e volentieri Albadoro ha avuto il modo ed il tempo di girarsi, pigliarsi un caffè, prendere la mira e tirare. Questo aspetto va sistemato prima possibile.
Sarà il fiato a mancare, sarà la concentrazione, ma Camplone ha già notato questo “piccolo problema” sia in campo che fuori dal campo, nelle interviste post-partita. Questo ci rincuora, perché la cura dei dettagli fa sempre la differenza in un campionato così ostico come quello di quest’anno…e noi lo sappiamo fin troppo bene.
Le pagelle
AVELLINO (3-5-2) – voto 4: Abibi; Zullo, Morero, Laezza; Celjak, Palmisano, Di Paolantonio (dal 73′ Carbonelli), Rossetti (dal 62′ Silvestri), Micovschi; Alfageme (dall’85’ Petrucci), Albadoro. A disp.: Pizzella, Tonti, Petrucci, Njie, Saporito, Carbonelli, Corcione, Silvestri, Falco. All: Giovanni Ignoffo.
CATANIA (4-3-3): Furlan 5; Biondi 6, Saporetti 5,5, Silvestri 5,5, Pinto 6,5; Dall’Oglio 7,5 (dal 67′ Mazzarani 7), Lodi 7,5, Llama 6,5 (dal 59′ Welbeck 7); Sarno 6,5 (dal 68′ Catania 6), Di Piazza 8 (dal 74′ Curiale 6), Di Molfetta 7,5 (dal 74′ Bucolo 7). A disp.: Martinez, Mbende, Noce, Marchese, Bucolo, Welbeck, Mazzarani, Liguori, Curiale, Pecorino, Catania. All: Andrea Camplone 8.
ARBITRO: Daniele De Santis di Lecce
ASSISTENTI: Giovanni Mittica e Dario Gregorio di Bari
AMMONITI: Dall’Oglio al 65′, all’80’ Furlan
ESPULSI:
RECUPERO: 2′ pt; 3′ st
INDISPONIBILI: Barisic, Biagianti e Mujikic
SQUALIFICATI: Parisi; Biagianti, Calapai e Esposito.
Pietro Santonocito