#71Catania – Catania 1-0 Fidelis Andria: per amore e per istinto!
Un sussulto all’89’ risolve una complicata partita, combattuta con ogni arma possibile ed immaginabile. Catania 1-0 Fidelis Andria: adesso l’Elefante spiega la proboscide in cielo!
La forza del cuore. Non è stata, sicuramente, l’emblema del grande calcio, ma Catania 1-0 Fidelis Andria ha entusiasmato tutti. Una battaglia a tutti gli effetti, fra due formazioni che si rispettavano a vicenda. Tante le partite nella partita, molti gli scontri, veementi proteste e saccenti silenzi di chi, in fin dei conti, ha accettato la sconfitta. Parliamo, appunto, di una Fidelis Andria mai doma, capace di chiudere anche le fessure invisibili ad occhio umano e mai restia a pungere in contropiede, con un Maks Barisic, non al meglio, che eccelleva su tutti da un punto di vista prettamente tecnico. Parliamo di un Catania che lascia l’adolescenza e si prostra al mondo del calcio come un giovane, dalle vesti sporche (quantomai idonee alla categoria) e logorate dalla lunga gavetta.
Questo giovinotto oggi compie 71 anni, ma è ancora all’inpiedi. Sa di aver regalato tante gioie, ma sa anche di aver lacerato i cuori di tanti tifosi che lo accompagnavano, fedeli e noncuranti di ogni peripezia. Ma come può un anziano ritornare diciottenne? Bé, la risposta è semplice: con un cuore forte! Questa è l’arma trapiantata nella squadra di Lucarelli (e ben gestita dal suo secondo Vanigli). Questo è l’elisir di lunga vita che nessuno mai potrà replicare in laboratorio. Un cuore, per tanti cuori. Tanti cuori, per un cuore. La metafora di questo Catania è il boato che esso emette: sincronizzato, netto, potente. All’89’, scaglia una sistole alle vertebre della città ed essa si risveglia, si rianima, ritorna a respirare: le strani impazzano di festanti, i volti della gente si bagnano di un fresco sorriso e i locali della sera tornano a riempirsi di nuovo, come prima, più di prima. La scossa, di magnituto 12 della scala MCS (Mercalli – Cancani – Sieberg), si manifesta con una risonanza fonetica: LOOOODIIIII!
Un brivido percorre l’involucro di pelle e ossa umane e si fa strada tra le masse inerti del tifoso in catalessi. Scorre via e sfugge tra le dita, sapendo già di dover contaminare altri corpi di un virus che non avrà mai la cura e si chiama Calcio Catania!
La partita. Rognoso avversario l’Andria. Lo si sapeva e si era pronti a tutto, per non lasciare nulla al caso. I rossazzurri soffrono la mancanza di spazio, dove il solito Russotto cerca di combinare qualcosa di interessante. Al 9′ proprio quest’ultimo serve una palla al bacio per Curiale, la cui conclusione viene sventata da Maurantonio con un colpo di reni. L’Andria non ci sta e due minuti più tardi sfiora il gol con Matera, ma la sua bella volè non trova lo specchio della porta. Ancora gli ospiti provano a pungere in contropiede e, tra il 15′ ed il 24′, ne vengono fuori due conclusioni da fuori area senza velleità. Poi, Russotto si mette in proprio: al 25′ s’invola sulla fascia, sterza abilmente con un colpo di tacco e conclude di piatto, parato dall’estremo difensore pugliese. Poco o nulla sino alla fine del primo tempo, con i bianco-blù sempre ben chiusi e abbottonati.
Nel secondo tempo i federiciani approfittano del classico (ed auspicabile) calo fisico degli etnei, colpendo in contropiede per ben due volte: al 52′ Piccinni vede respinta la sua conclusione dai 20 metri; al 59′ è Minicucci a vedere svanita la gioia del gol, col pallone che si stampa sulla traversa, a seguito di un contropiede condotto magistralmente. Si riprende il Catania e al 68′ si affaccia in avanti, non con grande precisione, vista la conclusione finale, alta, di Lodi. Un minuto più tardi, protesta Russotto: il suo doppio-passo disorienta l’intervento del difensore dirimpettaio che lo stende a terra, ma l’arbitro Fabio Schirru di Nichelino lascia giocare. Al 72′ altra grande occasione per gli ospiti, dove Esposito non sfrutta lo spazio lasciato dalla retroguardia etnea e sparacchia in curva. Vanigli decide di cambiare pelle tattica alla sua squadra e passa al 4-3-3, con l’ingresso di Ripa, Mazzarani e Di Grazia al posto di Aya, Biagianti e Curiale. Proprio il baby etneo, al 73′ tenta la sorte da posizione defilata, con un tiro che non va lontano dal gol. Un brivido scuote ancora la formazione etnea: al minuto 83 Croce parte in contropiede ed il suo tiro sfila a mezzo metro dal palo sinistro difeso da Pisseri. Ultime speranze e ultimo grido in gola rimasto per i 10.451 spettatori sugli spalti: punizione di Lodi che la mette in mezzo, laddove Ripa viene palesemente strattonato. Per il direttore di gara non ci sono dubbi: è calcio di rigore. Dal dischetto si presenta Francesco Lodi che fa gridare il suo nome per tutta Catania. È 1-0. La partita, praticamente, finisce qui.
Non belli, ma essenziali. Come già detto all’inizio, non è stato il festival del gol, né il teatro circense del grande calcio, anzi. Una partita, a tratti, anche brutta, laddove grande demerito di questa carenza è da attribuire all’avversario, sin troppo chiuso dietro la linea del pallone, anche con 6 difensori effettivi. Il Catania ha avuto il merito di crederci e di non disunirsi, rimanendo concentrato anche in quei momenti topici del match dove si poteva cadere nella trappola della rissa (che avrebbe avvantaggiato notevolmente gli ospiti). A parte qualche piccola “russottata” (un cartellino giallo evitabilissimo su gioco pericoloso ai danni dell’estremo difensore federiciano), è piaciuto Andrea Russotto, in gran forma fisica e capace sempre di saltare l’uomo. Serve una quantità smisurata di palloni, non sempre raccolti a dovere dai suoi compagni d’attacco. Da elogiare, tuttavia, la sua crescita caratteriale, soprattutto nel finale di partita, dove gli animi si sono riscaldati notevolmente. È lì che Russotto ha vinto la sua partita personale. È lì che il Catania ha fatto suoi i tre punti.
Ottima la gara disputata dai centrocampisti, con Biagianti sempre più leader di questa squadra. La gabbia su Lodi era fittissima: sistematicamente sempre in tre a marcare il giocatore napoletano. Nonostante ciò, non si è mai vista supremazia territoriale in questa zona di campo e Lodi è uscito alla distanza. Laddove non riusciva ad impostare lui, hanno provveduto efficacemente anche Tedeschi e Aya, abili nel lancio lunga per gli esterni. Questi ultimi sono piaciuti solo a tratti, con Semenzato in grande ripresa, Di Grazia solito generoso ma poco essenziale nei 20 metri e Marchese ben arginato dagli esterni pugliesi.
Crearsi l’episodio? Una lama a doppio taglio. Una considerazione, dopo Francavilla e oggi, deve essere fatta. Si nota una certa “affinità” tra il Catania e gli episodi che nel calcio, alle volte, fanno la differenza. Questo, da un lato, è confortante, poiché l’anno scorso di certo non potevamo dire la stessa cosa. La squadra riesce a trovare il modo di cavarsela, di uscire da sotto il camion e questo denota tante virtù, già sopraelencate e di cui andiamo fieri. Tuttavia, non vorremmo mai che questa “dote”, ovvero quella di “crearsi l’episodio”, diventi una dipendenza. Il campionato è lungo e basarlo su questa grande qualità potrebbe non bastare. D’altronde, il potenziale di questa squadra va oltre e siamo certi che non è stato ancora espresso al 100%.
Nel frattempo, ci godiamo quel suono che si ode, sovrano, fra le porte domenicali di una Catania viva, più che mai, con la proboscide sempre innalzata in cielo…e mai doma!
Buon compleanno Catania!
Per sempre tuo,
Pietro Santonocito
Le pagelle:
CATANIA (3-5-2): 1 Pisseri 6; 4 Aya 6,5 (66′ – 29 Ripa 6), 5 Tedeschi 6, 26 Bogdan 6,5; 13 Semenzato 6 (85′ – 21 Esposito 6), 27 Biagianti 7 (66′ – 32 Mazzarani 6), 10 Lodi 7, 8 Caccetta 6,5, 15 Marchese 6; 7 Russotto 7,5 (91′ – 16 Blondett sv), 11 Curiale 6 (66′ – 23 Di Grazia 6).
A disposizione: 22 Martinez, 21 Esposito, 16 Blondett, 20 Djordjevic, 33 Lovric, 18 Fornito, 23 Di Grazia, 17 Bucolo, 32 Mazzarani, 29 Ripa, 35 Correia, 34 Rossetti.
Allenatore: Richard Vanigli (Lucarelli squalificato)
FIDELIS ANDRIA (3-5-2): 1 Maurantonio; 4 Allegrini (47′ – 7 Barisic), 6 Rada, 14 Tiritiello; 2 De Giorgi, 17 Esposito (85′ – 23 Bottalico), 8 Piccinni (86′ – 3 Pipoli), 11 Matera, 21 Curcio; 16 Minicucci (79′ – 19 Celli), 13 Scaringella (79′ – 9 Croce).
A disposizione: 22 Cilli, 19 Celli, 3 Pipoli, 23 Bottalico, 24 Paolillo, 20 Di Cosmo, 18 Ippedico, 10 Lattanzio, 9 Croce, 7 Barisic.
Allenatore: Valeriano Loseto.
Per i miscredenti, inesperti in ambito informatico o operatori della giustizia, a cavallo del loro destriero di pan di zucchero:
fonte foto: mondocatania.com